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10 LUGLIO
Oggi, ma nel 1900, a Parigi, nei giochi della seconda Olimpiade moderna, lo statunitense Raymond “Ray” Ewry, di 27 anni, nella stessa giornata, vinceva la medaglia d’oro sia nel salto in alto, che nel lungo, che nel triplo, tutte e tre le specialità da fermo, come in uso fino a Stoccolma 1912.
Le misure valevoli per i riconoscimenti del metallo più pregiato erano: 1,655 metri per l’alto, record sia olimpico che mondiale; 3,207, per il lungo, record olimpico; 10,58 metri per il triplo, record olimpico. Ewry, soprannominato “La rana umana”, data la capacità del balzo senza rincorsa, era alla sua partecipazione a cinque cerchi. Primeggerà anche a Saint Louis 1904 (nella foto, particolare, in azione nel lungo da fermo), ad Atene 1906 e a Londra 1908. Complessivamente le medaglie auree incassate saranno 8, poiché quelle meritate in Grecia, nelle Olimpiadi intermedie, non verranno computate nel calcolo ufficiale del Comitato olimpico internazionale.
E pensare che Ewry, dopo essere stato colpito da poliomielite, era stato ritenuto dai medici destinato alla sedia a rotelle. Per le tecniche, di sua sperimentazione, adottate per il recupero, verrà ritenuto precursore della ginnastica isometrica. Il 13 settembre 2022, dopo 122 anni dai tre primi successi di Ewry, al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, andrà in scena la singolare competizione del salto da fermo, con il vicentino Emanuele Brunello che farà registrare 3,37 metri come migliore prestazione tricolore.