Acqua, consumi in aumento e black-out
Erogazione notturna interrotta ma le cause reali sono un rebus
CHIETI. Rubinetti a secco nella notte appena trascorsa in tutta la città per razionalizzare al meglio le risorse idriche a disposizione. Il provvedimento è scattato alle 22 e si è protratto fino alle 6 di questa mattina. Black-out notturno anche questa sera, ma non è detto. Regna infatti la più totale confusione. Ieri pomeriggio, è stata fatta girare un’auto in città per avvertire la popolazione dell’interruzione del servizio idrico notturno per due giorni di seguito. Poche ore prima, il dirigente del VII settore comunale Giuseppe La Rovere aveva diffuso una nota per dire che la chiusura dei rubinetti era limitata alla notte scorsa. In municipio, si parla di semplice precauzione. «La parzializzazione potrebbe essere ripetuta» spiega Luca Franceschini, responsabile tecnico dell’acquedotto, «volevamo evitare ulteriori comunicazioni ai cittadini».
Così però si rischia l’effetto contrario, con tanti teatini che avranno già riempito vasche e recipienti e, magari oggi stesso, il servizio potrà tornare alla normalità. Chissà. A palazzo d’Achille, nessuno vuole sentir parlare di emergenza idrica anche se il livello di attenzione resta sempre molto alto e i campanelli d’allarme si moltiplicano giorno dopo giorno. Il caldo asfissiante sta infatti incrementando i consumi di acqua di circa il 10 per cento. E ai guai della canicola si aggiungono le diminuzioni della portata idrica nella rete comunale, carenze che vanno in qualche modo compensate per non rischiare il tracollo del sistema. A decidere la “politica dei flussi” è l’Aca, società che gestisce l’erogazione nell’ente d’ambito Ato numero 4 in base, evidentemente, alle capacità di pozzi e sorgenti. Oppure c’è dell’altro, forse questioni di ordine tecnico che però è difficile accertare. Attualmente, il flusso idrico tocca i 120 litri/secondo mentre il fabbisogno quotidiano della città si attesta sui 190. Un gap che non può essere colmato esclusivamente con la chiusura dei rubinetti allo scalo, anche questa incomprensibile, che prosegue ormai da settembre.
«Purtroppo» spiega Franceschini, «l’interruzione del servizio non è programmabile perché i problemi relativi agli abbassamenti delle forniture si manifestano soltanto a distanza di ore sulla rete locale». Forniture che quindi vanno monitorate costantemente. «Abbiamo puntato sulla chiusura notturna uniforme su tutto il territorio comunale», riprende Franceschini «con l’obiettivo di prevenire altre eventuali carenze di acqua e i conseguenti disagi per i cittadini». L’Aca, di contro, fa sapere che la situazione idrica in città è tornata nella normalità. «Al Comune di Chieti» afferma Lorenzo Livello, responsabile tecnico Aca, «stiamo erogando in media 185 litri di acqua/secondo con punte di 220 nelle ore centrali della giornata. Comunque, è impossibile azzardare previsioni a lunga scadenza». Situazione piuttosto indecifrabile, insomma, tanto che a palazzo d’Achille si ripetono appelli per un utilizzo sempre più oculato dell’acqua. E questo è sempre giusto.
Così però si rischia l’effetto contrario, con tanti teatini che avranno già riempito vasche e recipienti e, magari oggi stesso, il servizio potrà tornare alla normalità. Chissà. A palazzo d’Achille, nessuno vuole sentir parlare di emergenza idrica anche se il livello di attenzione resta sempre molto alto e i campanelli d’allarme si moltiplicano giorno dopo giorno. Il caldo asfissiante sta infatti incrementando i consumi di acqua di circa il 10 per cento. E ai guai della canicola si aggiungono le diminuzioni della portata idrica nella rete comunale, carenze che vanno in qualche modo compensate per non rischiare il tracollo del sistema. A decidere la “politica dei flussi” è l’Aca, società che gestisce l’erogazione nell’ente d’ambito Ato numero 4 in base, evidentemente, alle capacità di pozzi e sorgenti. Oppure c’è dell’altro, forse questioni di ordine tecnico che però è difficile accertare. Attualmente, il flusso idrico tocca i 120 litri/secondo mentre il fabbisogno quotidiano della città si attesta sui 190. Un gap che non può essere colmato esclusivamente con la chiusura dei rubinetti allo scalo, anche questa incomprensibile, che prosegue ormai da settembre.
«Purtroppo» spiega Franceschini, «l’interruzione del servizio non è programmabile perché i problemi relativi agli abbassamenti delle forniture si manifestano soltanto a distanza di ore sulla rete locale». Forniture che quindi vanno monitorate costantemente. «Abbiamo puntato sulla chiusura notturna uniforme su tutto il territorio comunale», riprende Franceschini «con l’obiettivo di prevenire altre eventuali carenze di acqua e i conseguenti disagi per i cittadini». L’Aca, di contro, fa sapere che la situazione idrica in città è tornata nella normalità. «Al Comune di Chieti» afferma Lorenzo Livello, responsabile tecnico Aca, «stiamo erogando in media 185 litri di acqua/secondo con punte di 220 nelle ore centrali della giornata. Comunque, è impossibile azzardare previsioni a lunga scadenza». Situazione piuttosto indecifrabile, insomma, tanto che a palazzo d’Achille si ripetono appelli per un utilizzo sempre più oculato dell’acqua. E questo è sempre giusto.