Antonio Russo, il “cattivo” giornalista che ha dato la vita per la verità

31 Marzo 2025

Lo spettacolo del Centro al teatro Marrucino è stato l’occasione per celebrare il cronista abruzzese. Il cugino Michele: «Onoriamo la sua memoria con il premio dedicato a chi scrive con il cuore»

CHIETI. Il road show del Centro, dopo la fortunata tappa di giovedì scorso al teatro Marrucino, proseguirà il prossimo 24 aprile con la sua quarta fermata: dopo Pescara, Celano e Chieti, rotta verso L’Aquila. Restano ancora negli occhi del pubblico (quello presente a teatro e quello che ieri ha potuto gustarsi la serata in tv, trasmessa da Rete8) la bellezza e lo stupore per le storie e i protagonisti della vita del giornale e del territorio. Ma anche la commozione suscitata dal ricordo di Antonio Russo, il giornalista nato a Chieti barbaramente ucciso in Georgia nel 2000. Sul palco, a tratteggiare un ritratto di Antonio, il cugino Michele Russo, che ha portato anche i saluti della sorella, Luisa Russo, sindaco di Francavilla (non era presente perché impegnata ad affrontare l’emergenza meteo e la paurosa esondazione del fiume Alento nella giornata di giovedì scorso).

Sul Marrucino cala il silenzio quando parte il video con immagini girate anni fa da Antonio Russo sui luoghi di guerra in cui aveva scelto di lanciarsi alla ricerca della verità. La più scomoda, la più inquietante. Quella che i potenti non vorrebbero mai far emergere. E che, soprattutto durante una guerra, mette in pericolo la vita dei giornalisti. Oggi come ieri. Russo si definiva un “cattivo giornalista”, proprio per la sua ostinata passione ad andare oltre, a scavare fino in fondo, scendendo alla radice delle cose. Alla radice del male. Nella clip si vede il free lance abruzzese che si inquadra nella telecamera e dice: «Lo dico sempre, non sono un buon giornalista».

La storia di Antonio Russo è attualissima, nonostante siano passati quasi 25 anni dalla sua scomparsa. È stato il primo a mettersi contro Vladimir Putin, scoprendo gli orrori che la Russia stava compiendo in Cecenia. Aveva 44 anni all’epoca e da alcuni mesi seguiva, con le sue corrispondenze, gli sviluppi del conflitto ceceno, iniziato nell’agosto del 1999 dall’esercito della Federazione russa per riottenere il controllo dei territori conquistati dai separatisti. Sul corpo di Antonio furono rilevati segni di tortura. Furono avviate due inchieste giudiziarie, una in Georgia e l’altra a Roma, ma non portarono alla scoperta dei colpevoli. Antonio aveva detto a sua madre Beatrice, pochi giorni prima di sparire, che presto avrebbe pubblicato uno scoop. Non ci riuscì, purtroppo. Michele Russo dal palco del teatro teatino ha ricordato la figura e il premio (giunto alla sua 11ª edizione) che onora la memoria del cugino, tramite la Fondazione che porta il nome del giornalista e ogni anno celebra il coraggio dei cronisti di guerra a livello internazionale.

«La prossima edizione a Francavilla al mare il prossimo mese di ottobre, nei giorni dell’anniversario della sua scomparsa. Ci sono cinque sezioni: carta stampata, tv, radio, fotografia e web. L’obiettivo è premiare i giornalisti che con coraggio - lo stesso che Antonio ha dimostrato - si occupano di reportage di guerra e lo fanno andando oltre le notizie ingessate e preconfezionata, che a volte si scrivono dagli alberghi. Antonio aveva il coraggio di andare sempre sul posto, lasciando hotel e luoghi sicuri, per andare alla ricerca delle notizie più scottanti. Come fece in Serbia, quando il governo cacciò via da Belgrado tutti i giornalisti internazionali e lui si nascose nelle case dei rifugiati e raccontò al mondo quello che davvero avveniva durante la guerra in Jugoslavia. Con il premio Russo cerchiamo di scovare ancora “cattivi giornalisti”, come Antonio si definiva. Che sono quelli che ci mettono il cuore».

Un applauso commosso ha salutato il tributo ad Antonio Russo e ha avviato la serata - organizzata dall’agenzia di comunicazione Mirus - verso la conclusione e l’arrivederci alla prossima tappa del Centro in giro per il suo amato Abruzzo.

@RIPRODUZIONE RISERVATA