CHIETI
Cani aggressivi, i padroni obbligati a seguire i corsi
Arriva l'ordinanza del Comune: chi non prende il patentino rischia una denuncia penale. Le lezioni con i veterinari da ottobre a Colle dell’Ara
CHIETI. I proprietari di cani definiti “mordaci”, vale a dire cani che hanno mostrato episodi di aggressività, saranno obbligati dal Comune a fare dei corsi per la gestione dei loro animali. I corsi, al via ad ottobre, non saranno solo obbligatori, ma anche a pagamento: 40 euro per ogni partecipante. La loro frequenza sarà invece gratuita per i proprietari dei cani che non rientrano nella categoria dei cani cosiddetti mordaci ma che comunque vogliono frequentarli lo stesso.
È quanto ha deciso ieri la giunta del sindaco Diego Ferrara su proposta dell’assessore alle politiche degli animali Fabio Stella. «Stavo da tempo pensando a qualcosa per garantire una maggiore sicurezza sul piano delle aggressioni da parte dei cani», dice Stella, «quando l’episodio dello scorso aprile, con una cagnolina sbranata da altri cani al quartiere Filippone, ha accelerato questa decisione». L’assessore si riferisce a quanto accaduto alla cagnolina Margot, a spasso lo scorso 21 aprile con la padrona, Marilena Mariani, sbranata da due molossi sfuggiti al loro proprietario. Una vicenda che ha scosso l’intera città, anche a causa di un video che ha ripreso la scena.
La delibera della giunta trova il suo fondamento su disposizioni nazionali. Il primo a parlare di formazione per i proprietari dei cani è il ministero della Salute che chiede un patentino per i proprietari di cani. Si tratta di un attestato che si ottiene al termine di un percorso formativo che prevede anche il superamento di un test di verifica finale. «Tutti i cani», dice il ministero, «coinvolti in episodi di morsicatura o di aggressione e qualsiasi altra manifestazione di comportamento potenzialmente pericoloso per l’incolumità pubblica devono essere segnalati ai Servizi veterinari delle Asl. I proprietari o detentori dei cani che devono obbligatoriamente seguire i percorsi formativi sono individuati dai Comuni in collaborazione con i Servizi veterinari, nell’ambito dei loro compiti di tutela dell’incolumità pubblica e in base alla risultanza dell’iscrizione dei cani nei registri degli animali a rischio elevato, tenuti dai Servizi veterinari medesimi». E per chi non li segue sono previsti risvolti penali.