Chiuso night abusivo: 11 ragazze in nero
Scoperto a San Vito Chietino un locale fantasma: non era iscritto alla Camera di commercio e non aveva la licenza
SAN VITO CHIETINO. Lavorava come night club a San Vito in maniera completamente illegale. Non aveva autorizzazioni, non era iscritto al registro delle imprese e tutte le 11 ragazze impiegate erano completamente in nero. In pratica un’attività fantasma, che aveva solo guadagni e nessun onere. Fino a quando non se ne sono accorti i carabinieri dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Pescara e Chieti, guidato da Giovanni de Paulis. Nel corso di un controllo l’Ispettorato si è imbattuto nel night fantasma e prima di tutto si è accorto che le 11 ragazze, tutte straniere, comunitarie e non, erano senza contratto. «Le così dette figuranti di sala», riferisce De Paulis, «per intenderci quelle che accolgono i clienti e li intrattengono ai tavoli facendoli consumare erano completamente in nero, per cui i militari, nel rispetto della normativa che impone la sospensione dell’attività quando il numero degli irregolari supera la soglia del 20 per cento della forza lavoro, ha disposto la temporanea chiusura dell’attività». Ma la sorpresa è arrivata quando, a seguito di ulteriori controlli, si è scoperto che il locale era totalmente in nero: «Ossia era privo delle necessarie autorizzazioni e licenze per l’esercizio di attività di pubblico intrattenimento e non iscritto alla Camera di commercio. Inoltre non aveva neppure adempiuto agli obblighi previsti dalla normativa sulla sicurezza nei confronti delle stesse lavoratrici: nessun documento di valutazione dei rischi; nessuna misura per prevenire incendi e per la tutela dell’incolumità dei lavoratori; le ragazze non erano state sottoposte a visita medica preassuntiva, né tanto meno erano state formate come prevede la normativa in materia, relativamente ai rischi derivanti dalle mansioni svolte». Il titolare del night è stato segnalato all’autorità giudiziaria.
Sempre a San Vito, lo scorso 13 aprile, l’Ispettorato ha anche trovato un dipendente in nero che lavorava in un ristorante del centro costiero. Anche in questo caso è stata immediatamente disposta la sospensione dell’attività del ristorante che è ripresa nella mattinata del 16 aprile, quando la ditta ha dato dimostrazione di aver regolarizzato l’operaio in nero con un contratto di lavoro e di aver pagato il 25 per cento della somma aggiuntiva dovuta per legge.
Infine, a San Giovanni Teatino, lo scorso 18 aprile, l’Ispettorato ha trovato 4 lavoratori totalmente in nero (il 100 per cento dei presenti), tutti di nazionalità italiana, mentre erano intenti a lavorare in una carrozzeria del posto.
Nel corso delle tre ispezioni sono state elevate sanzioni amministrative per un importo di 40 mila euro e prescrizioni penali per un importo di 64 mila euro.
Sempre a San Vito, lo scorso 13 aprile, l’Ispettorato ha anche trovato un dipendente in nero che lavorava in un ristorante del centro costiero. Anche in questo caso è stata immediatamente disposta la sospensione dell’attività del ristorante che è ripresa nella mattinata del 16 aprile, quando la ditta ha dato dimostrazione di aver regolarizzato l’operaio in nero con un contratto di lavoro e di aver pagato il 25 per cento della somma aggiuntiva dovuta per legge.
Infine, a San Giovanni Teatino, lo scorso 18 aprile, l’Ispettorato ha trovato 4 lavoratori totalmente in nero (il 100 per cento dei presenti), tutti di nazionalità italiana, mentre erano intenti a lavorare in una carrozzeria del posto.
Nel corso delle tre ispezioni sono state elevate sanzioni amministrative per un importo di 40 mila euro e prescrizioni penali per un importo di 64 mila euro.