Esame prenotato da 7 mesi rinviato per errore del Cup
Un paziente malato di sclerosi multipla doveva sottoporsi a risonanza magnetica La moglie: mi hanno ridato un appuntamento fra trenta giorni ma a Lanciano
VASTO. Malato di sclerosi multipla attende sette mesi una risonanza magnetica. Quando arriva al San Pio per essere sottoposto all’esame viene rimandato indietro. Tutta colpa di un presunto “errore tecnico”, commesso dagli operatori del Cup.
Sarebbe stata presa una prenotazione di troppo. «Avrei potuto soprassedere se mi avessero chiesto di tornare in serata o entro pochi giorni. Ma l’esame, indispensabile per mio marito affetto da una grave patologia e già in lista per una visita specialistica, è stato rinviato di un mese e dovrei accompagnarlo all’ospedale Renzetti di Lanciano. Ma cosa racconto allo specialista? Che dopo sette mesi non sono riuscita far fare un esame a mio marito?», protesta la moglie dell’utente malato, P.F., 53 anni, ex vigile del fuoco.
La donna è uscita dall’ospedale ed ha deciso di chiedere aiuto a Codici, l’associazione per la tutela dei diritti del cittadino. «È evidente che quello che è accaduto è inconcepibile e gravissimo. A maggior ragione perché la patologia del paziente richiede un esame diagnostico urgente», commenta Riccardo Alinovi, referente vastese di Codici.
I legali dell’associazione sono già al lavoro per valutare il da farsi. «Sperando che nel frattempo a questo uomo, che ha servito lo Stato per decenni, non accada nulla di grave», afferma Alinovi. Che le liste di attesa della Asl Chieti-Lanciano-Vasto siano ormai interminabili è cosa nota. Ma che dopo sette mesi di attesa un malato di sclerosi multipla venga rimandato a casa per un presunto “errore tecnico” è davvero troppo.
La moglie di P.F. è decisa a chiedere aiuto anche al vescovo. «Perché», dice indignata, «un malato è un essere umano fragilissimo che non può essere trattato come un pacco postale da inviare da un posto all’altro o addirittura rispedito al mittente».
La vicenda di P.F. si aggiunge al dramma di tanti pazienti costretti a lunghe e costose trasferte. Solo qualche giorno fa un cardiopatico si è sentito rispondere che il primo posto disponibile per un accertamento è fra diciotto mesi. E le liste di attesa non sono certo l’unico problema della sanità vastese. Sabato un centauro ferito in un incidente stradale a 700 metri dall’ospedale San Pio è rimasto a lungo sull’asfalto per mancanza di un’ambulanza. Gli operatori di Gissi hanno fatto il loro meglio per arrivare prima possibile a Vasto. «Ma è assurdo che la città non abbia almeno due ambulanze», protesta l’utenza. «Hanno mortificato il San Pio, i vastesi stanno rimanendo senza assistenza sanitaria. È necessario interpellare il ministero della Sanità», insiste Riccardo Alinovi.
Paola Calvano
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