Insegne abusive, ricorsi contro le multe

Negozianti all’attacco dopo gli avvisi del Comune. L’avvocato Giangiacomo: è un gran pasticcio

VASTO. Non hanno nessuna voglia di pagare la multa di 398 euro, nè di rimuovere l’insegna pubblicitaria i commercianti vastesi che nei giorni scorsi si sono visti recapitare i provvedimenti con la minaccia, in caso di mancata ottemperanza, di una sanzione di 4 mila euro.

Molti di loro si sono rivolti a un legale. La vicenda, piuttosto ingarbugliata, oltre ad aver scatenato una polemica interna alla maggioranza, ha dei risvolti a dir poco paradossali. Nel mirino sono finiti i controlli a tappeto della polizia municipale, scatenati da un esposto di una società privata che, avendo subito contravvenzioni, ha chiesto una verifica della regolarità di tutte le insegne a bandiera sul suolo pubblico.

«Siamo di fronte ad un gran pasticcio», commenta l’avvocato Guido Giangiacomo che sta curando i ricorsi al giudice di pace di una decina di operatori, «le insegne non sono mai state autorizzate, ma i commercianti hanno regolarmente pagato la relativa tassa, senza che il Comune si curasse mai di sanare la situazione con il risultato che a Vasto tutti i cartelli sono abusivi. Faremo ricorso al giudice di pace», annuncia il legale, «ci sono diversi profili di illegittimità. Le multe non sono state precedute da alcuna contestazione».

Altri operatori si sono rivolti alle associazioni di categoria che ora stanno valutando le azioni legali da intraprendere. Tutti stigmatizzano la linea scelta dal Comune che ha comminato le sanzioni senza alcun preavviso e senza concordare le modalità con le organizzazioni sindacali di categoria. Insomma, la vicenda tiene banco in città dopo il blitz della polizia municipale che ha spiazzato anche l’assessore al commercio, Mario Olivieri, oggetto di una dura “reprimenda” da parte del Psi.

Per il Partito socialista, che non ha esitato ad attaccarlo, avrebbe gestito l’intera vicenda “in maniera a dir poco superficiale”. Molti si chiedono anche se tanta fretta nel recapitare le multe sia stata dettata da ragioni di cassa. Altri puntano l’indice contro l’assenza di un regolamento specifico. «In realtà l’unico disciplinare esistente è quello relativo alle tariffe sulle insegne», rimarca Giangiacomo, «lo stesso assessore Olivieri ha parlato di norme fumose e pasticciate, quindi di difficile interpretazione». Anna Bontempo

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