Manca l’anestesista in sala chirurgica: interventi cancellati
Uno studente scrive al Centro e solleva il nuovo caso «Ho chiesto spiegazioni. La risposta? Solo uno scaricabarile»
CHIETI. Un intervento chirurgico cancellato per ben due volte al policlinico di Colle dell’Ara. Vittima degli stop forzati, che si sono susseguiti nel giro di due mesi, uno studente fuori sede dell’Università d’Annunzio.
«Un disservizio sanitario che mi sta togliendo tutta la serenità che avevo per affrontare l’intervento» racconta il giovane di origine campana che ha iniziato il suo "calvario" a gennaio, con la prenotazione di una visita specialistica urologica all'ospedale di Chieti.
«Visitato a fine marzo mi è stato detto che dovevo essere operato e che le attese sarebbero state comunque relativamente brevi essendo il reparto di Urologia “poco affollato” pertanto si è ipotizzato l’intervento subito dopo Pasqua». Prima dell’evento religioso lo studente ha effettuato le analisi preoperatorie, e a seguito di insistenti telefonate è riuscito ad avere una data per l’intervento alla fine di maggio, con un preavviso di circa 3-4 giorni. «Ma venerdì 23 maggio ricevo una telefonata: l’intervento, previsto per il 26 maggio, è rinviato per mancanza di anestesisti. Con il groppone in gola, accetto la cosa e me ne faccio una ragione» prosegue l’universitario che viene ricontattato dalla Asl il 12 giugno.
«Nella telefonata mi viene comunicato che l’operazione è fissata per il 18 dello stesso mese. Accetto la data (proposta come l'unica disponibile) malgrado la concomitanza con un esame al quale, ovviamente, sono costretto a rinunciare. A meno di 48 ore dall'operazione, oggi (ieri per chi legge) una nuova chiamata: «L'intervento non si fa più, causa la mancata disponibilità della sala operatoria» E così per la seconda volta l’importante appuntamento è saltato. «A nulla sono servite le mie proteste, seguite da inutili italici scaricabarile». Al giovane campano sembra davvero troppo. «Due false partenze per un intervento che dura neanche mezz'ora e con avvisi sempre a distanza di poche ore dall’appuntamento fissato. Tutto questo» puntualizza «mi sta creando un notevole disagio psicologico. L'intervento è da fare, ma senza coinvolgere la mia famiglia, per non caricarla di cose che avrei comunque potuto sbrigare da solo». Preso da rabbia e sconforto il giovane ha chiesto di non fare più l'intervento. «Ho chiesto se varrà lo stesso il modulo che mi hanno fatto firmare: qualora non avessi fatto l'intervento avrei dovuto pagare le analisi preoperatorie. Mi hanno detto di no, che non avrò spese, ma non mi è difficile pensare il contrario, che oltre al danno arrivi di nuovo la beffa. Auguro ai responsabili di questo trattamento» conclude «ciò che è capitato a me, ma sono sicuro che a loro non accadrà: in Italia solo chi è solo e debole è oggetto di queste violenze. E io lo sono».
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