Non fu violenza sessuale, giovane assolto
Un 23enne era arrivato davanti al giudice dopo la denuncia della ex. La sentenza: il fatto non sussiste
CHIETI. Assolto perché il fatto non sussiste. S.C., teatino di 23 anni, difeso dall’avvocato Mauro Faiulli, non ha abusato sessualmente dell’ex compagna di un anno più giovane. Lo dice la sentenza pronunciata dal giudice Luca De Ninis, due pomeriggi fa, con il rito abbreviato. La procura aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione.
In base alla tesi difensiva, l’aggressione non c’è mai stata: tra i due ragazzi si era verificato un litigio, magari con toni accesi, ma assolutamente nulla che potesse essere qualificato come violenza sessuale, sia pure nell’ipotesi della lieve entità, come sostenuto dall’accusa. Sempre secondo la difesa dell’imputato, la presunta vittima ha cambiato in più occasioni versione e, dunque, il suo racconto non è da considerare attendibile.
La premessa è che la 22enne era in lite con l’ex convivente già da molto tempo, in particolare dopo la nascita della loro figlia. L’episodio contestato dal pm risale al 16 ottobre del 2021. Quel pomeriggio la donna, secondo la prima denuncia, come da accordi prestabiliti, ha portato la bambina a casa del suo papà per farla stare con lui la notte e il giorno seguente. «Appena sono entrata nell’appartamento di Chieti Scalo», ha proseguito la donna, «il mio ex mi ha chiesto di aiutarlo a sistemare l’alloggio. Io ho acconsentito, perché ero preoccupata soprattutto dal fatto che mia figlia sarebbe dovuta restare in quell’abitazione. Subito dopo, lui ha iniziato a importunarmi e a darmi fastidio con chiare ed esplicite richieste sessuali, tentando in tutti i modi un approccio fisico. Io ho sempre respinto tali approcci, continuando a ripetergli che doveva allontanarsi e lasciarmi stare. A un certo punto, il mio ex compagno mi ha letteralmente spinta in camera e mi ha buttata sul letto, quindi mi è salito addosso cercando con le mani di spogliarmi. Non sapendo come fare per divincolarmi, ho deciso di gridare forte per chiedere aiuto. Ed è così che, probabilmente preso dallo spavento, il mio ex si è alzato e mi ha lasciata stare. Nonostante lui volesse impedirmi di farlo, sono riuscita a divincolarmi e a chiedere l’intervento della polizia». Fin qui, la denuncia della ragazza. Due giorni fa, la sentenza e l’assoluzione con la formula più ampia. (g.let.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
In base alla tesi difensiva, l’aggressione non c’è mai stata: tra i due ragazzi si era verificato un litigio, magari con toni accesi, ma assolutamente nulla che potesse essere qualificato come violenza sessuale, sia pure nell’ipotesi della lieve entità, come sostenuto dall’accusa. Sempre secondo la difesa dell’imputato, la presunta vittima ha cambiato in più occasioni versione e, dunque, il suo racconto non è da considerare attendibile.
La premessa è che la 22enne era in lite con l’ex convivente già da molto tempo, in particolare dopo la nascita della loro figlia. L’episodio contestato dal pm risale al 16 ottobre del 2021. Quel pomeriggio la donna, secondo la prima denuncia, come da accordi prestabiliti, ha portato la bambina a casa del suo papà per farla stare con lui la notte e il giorno seguente. «Appena sono entrata nell’appartamento di Chieti Scalo», ha proseguito la donna, «il mio ex mi ha chiesto di aiutarlo a sistemare l’alloggio. Io ho acconsentito, perché ero preoccupata soprattutto dal fatto che mia figlia sarebbe dovuta restare in quell’abitazione. Subito dopo, lui ha iniziato a importunarmi e a darmi fastidio con chiare ed esplicite richieste sessuali, tentando in tutti i modi un approccio fisico. Io ho sempre respinto tali approcci, continuando a ripetergli che doveva allontanarsi e lasciarmi stare. A un certo punto, il mio ex compagno mi ha letteralmente spinta in camera e mi ha buttata sul letto, quindi mi è salito addosso cercando con le mani di spogliarmi. Non sapendo come fare per divincolarmi, ho deciso di gridare forte per chiedere aiuto. Ed è così che, probabilmente preso dallo spavento, il mio ex si è alzato e mi ha lasciata stare. Nonostante lui volesse impedirmi di farlo, sono riuscita a divincolarmi e a chiedere l’intervento della polizia». Fin qui, la denuncia della ragazza. Due giorni fa, la sentenza e l’assoluzione con la formula più ampia. (g.let.)
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