RAPINO
«Non pago i funerali di papà»: la lite tra fratelli finisce in Cassazione
Un uomo di Rapino si rifiuta di sostenere parte delle spese per le esequie dell’anziano genitore. La Suprema corte gli dà torto e respinge il ricorso: confermata la sentenza del tribunale di Chieti
RAPINO. Porta il fratello fino in Cassazione perché non vuole pagare i funerali del padre, ma la Suprema corte gli dà torto. L’ultima storia che arriva da Rapino è l’ennesima prova del livello di insofferenza e di contrapposizione che, sempre più spesso, si raggiunge tra parenti.
Ed è esattamente ciò che accade quando Silvio Rocco P. cita il fratello Donato davanti al giudice di pace di Guardiagrele, competente per territorio, chiedendone la condanna «al rimborso di una quota delle spese sostenute per le esequie del comune padre». Donato si oppone e presenta quella che, in diritto civile, si chiama «domanda riconvenzionale». In parole povere: contrattacca sostenendo che i costi del funerale vanno a compensare alcuni crediti che, a suo dire, vanta nei confronti di Silvio Rocco; inoltre offre un’ampia digressione sulla divisione ereditaria. Il giudice di pace accoglie l’istanza di Silvio Rocco e respinge quella di Donato. Ma quest’ultimo fa ricorso. Nel 2015 il tribunale di Chieti conferma la sentenza. Donato si rivolge ai giudici della Cassazione, ma anche loro bocciano la sua istanza. (g.let.)
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