VASTO
Operaio Sevel ucciso dal cancro, Inail condannata a risarcire i familiari
Sentenza del tribunale del lavoro riconose la malattia professionale: alla vedova e al figlio subito 126mila euro
VASTO. Si è ammalato di tumore al lavoro ma l'Inail non voleva riconoscergli l'origine professionale della malattia, ritenendola imputabile all'abitudine di fumare. L'operaio Sevel, assistito dal Patronato Inca Cgil di Chieti, ha perciò portato l'Inail davanti al tribunale di Vasto, che ha riconosciuto la malattia professionale.
L'uomo, affetto da edenocarcinoma del polmone metastico, nel frattempo è morto a causa del tumore. Il giudice del lavoro Silvia Lubrano, nel riconoscere l'origine professionale della malattia, ha condannato l'Inail a riconoscere una rendita alla vedova e al figlio con il pagamento di 126mila euro di arretrati.
Nel corso del giudizio è stato accertato che le mansioni svolte dal verniciatore dal 1986 al 1996 consistevano nell'eliminare le imprefezioni create nella precedente fasi di vernicaitura all'interno dei furgoni attraverso il carteggio e la verniciatura con vernici al nitro e che queste lavorazioni erano eseguite senza mezzi di protezione dalle inalazioni e mezzi specifici di aspirazione e areazione.