Pagamenti con il Pos, i negozianti «Vogliamo la libertà di rifiutarli»

9 Dicembre 2022

Il governo punta a introdurre un limite minimo per fare acquisti con carte di credito e metodi digitali Esercenti divisi: «Preferiamo i contanti». «No, meglio far scegliere i clienti o rischiamo di perderli»

CHIETI. Sempre più persone scelgono il pagamento digitale, ma per le piccole transazioni i commercianti teatini sono divisi. C’è chi vorrebbe lasciare libero il cliente di pagare qualunque somma con la carta di credito, ma anche chi lamenta le alte commissioni bancarie e farebbe pagare con la carta solo oltre una certa soglia.
LA LIBERTà DI RIFIUTARE
Il nuovo governo ha intenzione di fissare un limite di spesa al di sotto del quale l’esercente potrà rifiutare il pagamento digitale dei clienti. E i commercianti teatini hanno intenzione di valutare bene il nuovo provvedimento. «Se alzeranno anche i costi di servizio del pos, sicuramente ci penserò di più se accettare o rifiutare la carta», dice Marzia Cigno, titolare dell’omonima caffetteria alla stazione di Chieti Scalo. Ci penserà anche Floriana Ambrosio della pizzeria Pizza200: «Se lo rendono possibile, probabilmente rifiuteremo perché purtroppo i costi di servizio sono troppo onerosi per un’attività». I costi del pagamento digitale, quindi, scoraggiano alcuni esercenti che continuano a preferire i contanti. «L’economia si fa con i contanti liquidi», dice Annabruna Schiazza, titolare del negozio “Fiori Rita”, «accetto sempre la carta di credito perché altrimenti il cliente ci rimane male e potresti rischiare anche di perderlo». E infatti, molti esercenti temono che rifiutare la carta di credito possa allontanare i loro clienti. «Già abbiamo molti costi da sostenere e i rincari ci stanno stremando», prosegue Schiazza, «non possiamo perdere anche i clienti».
«È MEGLIO IL POS»
In città, però, i metodi di pagamento digitale stanno diventando dominanti. La maggior parte dei clienti, riferiscono i commercianti, sceglie di pagare con la carta di credito. E le attività, anche le più storiche, stanno cercando di prendere confidenza con l’uso del Pos. «Con la fatturazione elettronica sei più controllato, non c’è rischio di evasione fiscale e ci sono meno impicci fiscali», dice Luca Lancioni del negozio Civico 45, «sono anche più sicuro perché ho meno liquidità disponibile in cassa». Con lui sono d’accordo anche molti altri esercenti. «La maggior parte dei clienti ci chiede di pagare con la carta e per noi non ci sono problemi», dice la titolare del ristorante La Cucineria allo Scalo.
GLI ALTI COSTI DEL DIGITALE
Dal caffè al biglietto del bus, molti esercenti sono disposti a lasciare liberi i clienti di pagare con carta di credito, qualunque sia la cifra.
Ma le criticità sorgono sulle commissioni bancarie che sono a loro carico. «Dovrebbe essere a costo zero», dice Antonia Pavone del fruttivendolo lungo viale Abruzzo, «offro un servizio al cliente ma non è giusto dare una parte del mio guadagno alle banche». Il costo di una transazione per un’attività varia in base al tipo di contratto che l'esercente sceglie: c’è chi paga una percentuale su ogni scontrino emesso e chi sulla spesa mensile. Ma alla base rimane sempre lo stesso problema. «Le banche dovrebbero assumersi i costi di servizio», dice Marcella D’Ambra della profumeria Acqua Ardente. È dello stesso parere anche Luigi Di Leonardo, della libreria Mondadori allo Scalo. «Dovrebbero eliminare del tutto le transazioni».