Restano in carcere i due della moto
Gli operai rigettano le accuse sugli spari contro Pellerani ma il gip dice no alla remissione in libertà
VASTO. Contestano e respingono le accuse Michele Lattanzio e Fabio Scafetta, i due operai di 30 anni arrestati domenica scorsa dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio. Negano di conoscere Jari Pellerani, 28 anni, e invocano la remissione in libertà. Secondo gli investigatori, però, sarebbero proprio loro gli autori della sparatoria contro Pellerani avvenuta il 9 aprile in via Del Porto. Il gip ha quindi convalidato ieri mattina il provvedimento di custodia cautelare sia per Michele Lattanzio e sia per Fabio Scafetta disponendo la permanenza in carcere.
Michele Lattanzio è l’operaio aggredito una settimana fa a colpi di ascia da Pellerani in via Del Giglio. L’uomo è vivo per miracolo. Sostiene di non conoscere il suo aggressore. Al giudice Anna Rosa Capuozzo che lo ha interrogato ieri mattina, l’operaio, assistito dall’avvocato Alessandro Orlando, ha assicurato di essere innocente. «Il mio cliente rigetta le accuse. Nega di essere il centauro che il 9 aprile scorso guidava la Ducati che ha teso l’agguato a Pellerani», afferma deciso l’avvocato Orlando. Il legale ha chiesto la remissione in libertà del proprio assistito.
Identica la posizione di Fabio Scafetta difeso dall’avvocato Raffaele Giacomucci. «Scafetta assicura di conoscere Pellerani solo di vista e di avere avuto con lui una discussione molti anni fa. Non è lui il killer che ha sparato i colpi contro Pellerani», ripete il difensore di Scafetta.
Ad incastrare i due indagati, tuttavia, ci sono delle intercettazioni telefoniche. Il giorno dell’agguato i carabinieri hanno localizzato le cellule telefoniche dei cellulari di Lattanzio e Scafetta e subito dopo hanno seguito i loro movimenti. Fondamentali sono state anche le intercettazioni ambientali nelle zone frequentate dai due operai. L’ordinanza di custodia cautelare è lunga oltre 20 pagine. Lunga e dettagliata anche la motivazione con cui il gip Capuozzo ha convalidato ieri i fermi e la custodia cautelare in carcere. L’avvocato Raffaele Giacomucci non esclude a questo punto di appellarsi al Riesame. Non è escluso neppure un confronto con Pellerani, rappresentato dall’avvocato Elisa Pastorelli, così come Marco Maranca, 33 anni, e Fabio Santoro, 27 anni, assistito dall’avvocato Giovanni Cerella.
Nel frattempo gli investigatori proseguono le indagini per arrivare a scoprire il mandante dell’agguato a Pellerani che ha dato il via alla presunta faida. «Le indagini non sono affatto concluse», confermano i carabinieri. Potrebbero esserci presto nuovi sviluppi.
Paola Calvano
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