Siccità, il prefetto convoca i sindaci: pronto il piano di emergenza
Rioni di Vasto all’asciutto o con poca acqua disponibile, altri con i rubinetti a secco dalle 15. Il sindaco Menna: se non piove sono guai. Magnacca (San Salvo): per ora scorte sufficienti
VASTO. Anche ieri gran parte di Vasto si è svegliata con i rubinetti a secco. La città ha sempre più sete a causa del sistema idrico in sofferenza. La sfida del futuro è il rifacimento della rete idrica. Interventi che non sono più rinviabili. Ad aggravare la crisi c’è il prosciugamento del Trigno e di conseguenza della diga di Chiauci. Dal Trigno si riescono ad attingere ancora 150 litri al secondo. I serbatoi dell’impianto di trattamento delle acque dell’Arap servizi hanno ancora acqua a sufficienza. Qualora la pioggia dovesse restare una chimera la Protezione civile regionale ha fatto sapere ieri di avere già pronte le autobotti per il rifornimento. I prelievi per l’uso potabile saranno fatti a Mozzagrogna.
QUI VASTO. La città soffre le conseguenze del cambiamento climatico, stretta nella morsa di temperature elevate e scarse precipitazioni. L’emergenza del presente è riassunta dai razionamenti da un capo all’altro della città, con uno sguardo sempre più preoccupato al futuro. Ieri mattina viale D’Annunzio ma anche via San Francesco d'Assisi, il centro storico e le aree più alte si sono svegliate a secco. In qualche zona l’acqua è tornata in tarda mattinata. Da mesi ormai l’erogazione viene sospesa alle 15. Lo stesso sindaco Francesco Menna è rimasto all’asciutto. «Non si tratta più di una emergenza isolata, momentanea e che riguarda solo qualche condominio. La situazione sarà tamponata fino alla prossima settimana. Qualora non dovesse piovere, i problemi saranno ancora più seri. Servono interventi mirati per limitare i disagi, dall’altro vanno prese decisioni che riguardano il futuro. Non è più possibile disperdere il 50% di acqua nei terreni, è necessario potenziare la diga e il potabilizzatore di Altino», ha detto Menna al termine del summit in prefettura con la protezione civile, gli enti interessati e le forze dell’ordine convocato alle 11,30 per far fronte all’emergenza.
QUI SAN SALVO. La situazione a San Salvo è meno critica che a Vasto. «Abbiamo sofferto molto a maggio. In questo periodo, nonostante la siccità, la popolazione riesce ad avere comunque le necessarie scorte di acqua. Purtroppo nessuno può prevedere ed evitare i danni alle condotte della Sasi. Ora dipende molto dal Trigno e dalla pioggia, ma la prefettura è pronta a intervenire in caso di necessità», dice il sindaco Tiziana Magnacca. Nell’area industriale gli operatori sono in ansia. La carenza di acqua potrebbe danneggiare la produzione industriale. Sulla questione è intervenuta Ada Sinimberghi della Cgil: «Le denunce, le grida di allarme per i rubinetti che rimangono a secco», sostiene Sinimberghi, «si ripetono da anni. Il problema dell'acqua, della siccità, di condotte che si guastano, la portata massima della diga di Chiauci non possono e non devono essere affrontate solo quando si presenta l'emergenza».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
QUI VASTO. La città soffre le conseguenze del cambiamento climatico, stretta nella morsa di temperature elevate e scarse precipitazioni. L’emergenza del presente è riassunta dai razionamenti da un capo all’altro della città, con uno sguardo sempre più preoccupato al futuro. Ieri mattina viale D’Annunzio ma anche via San Francesco d'Assisi, il centro storico e le aree più alte si sono svegliate a secco. In qualche zona l’acqua è tornata in tarda mattinata. Da mesi ormai l’erogazione viene sospesa alle 15. Lo stesso sindaco Francesco Menna è rimasto all’asciutto. «Non si tratta più di una emergenza isolata, momentanea e che riguarda solo qualche condominio. La situazione sarà tamponata fino alla prossima settimana. Qualora non dovesse piovere, i problemi saranno ancora più seri. Servono interventi mirati per limitare i disagi, dall’altro vanno prese decisioni che riguardano il futuro. Non è più possibile disperdere il 50% di acqua nei terreni, è necessario potenziare la diga e il potabilizzatore di Altino», ha detto Menna al termine del summit in prefettura con la protezione civile, gli enti interessati e le forze dell’ordine convocato alle 11,30 per far fronte all’emergenza.
QUI SAN SALVO. La situazione a San Salvo è meno critica che a Vasto. «Abbiamo sofferto molto a maggio. In questo periodo, nonostante la siccità, la popolazione riesce ad avere comunque le necessarie scorte di acqua. Purtroppo nessuno può prevedere ed evitare i danni alle condotte della Sasi. Ora dipende molto dal Trigno e dalla pioggia, ma la prefettura è pronta a intervenire in caso di necessità», dice il sindaco Tiziana Magnacca. Nell’area industriale gli operatori sono in ansia. La carenza di acqua potrebbe danneggiare la produzione industriale. Sulla questione è intervenuta Ada Sinimberghi della Cgil: «Le denunce, le grida di allarme per i rubinetti che rimangono a secco», sostiene Sinimberghi, «si ripetono da anni. Il problema dell'acqua, della siccità, di condotte che si guastano, la portata massima della diga di Chiauci non possono e non devono essere affrontate solo quando si presenta l'emergenza».
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