Trigno, lo stato di emergenza prorogato di altri tre mesi
L’acqua può essere prelevata solo a San Giovanni Lipioni, resta il divieto nella zona di Lentella. Il sindaco di San Salvo: cercheremo di limitare i disagi ai residenti e ai lavoratori delle aziende
SAN SALVO. Il Trigno sta guarendo ma la convalescenza sarà lunga: almeno tre mesi. Tanto durerà lo stato di emergenza decretato ieri dalla Regione. Per i prossimi tre mesi l’acqua sarà captata a San Giovanni Lipioni. Nel frattempo Arta e Sian eseguiranno periodici controlli a Lentella per verificare l’evolversi della situazione. «Cercheremo di fare il possibile per limitare i disagi sia alla popolazione e sia ai lavoratori delle industrie di Piana Sant’Angelo», assicura il sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca. Il primo cittadino insieme al sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, questa mattina partecipa al summit convocato dal prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis. Nel frattempo il sindaco di Celenza sul Trigno, Andrea Venosini, invoca una indagine aerea come quella compiuta dalla guardia di finanza un anno fa che permise di risolvere in pochi giorni l’inquinamento del fiume provocato da tracce di arsenico.
Stato di emergenza. La decisione è stata comunicata ieri ai sindaci di Vasto e San Salvo:per tre mesi, vista l’impossibilità di prelevare l’acqua dalla traversa di Pietra Fracida a Lentella, su proposta dell'assessore regionale ai Lavori pubblici e al servizio idrico integrato, Angelo Di Paolo, la Regione ha autorizzato l’Ato a captare 200 litri al secondo per tre mesi da San Giovanni Lipioni attraverso le condotte del Consorzio di bonifica sud. L’acqua sarà trattata e depurata dal Coniv e distribuita ai residenti della riviera e nella zona industriale.
Richiesta chiarezza. Il Vastese non ci sta e vuole la verità. Andrea Venosini, sindaco di Celenza, chiede che venga dato un nome a chi, approfittando della piena invernale del fiume che segna il confine fra Abruzzo e Molise, ha prodotto il declassamento dell'acqua. La richiesta è condivisa dal Wwf e dal presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera. «L’utilizzo di georadar potrebbe aiutare le autorità ad ispezionare gli alvei ma anche i terreni vicini al corso d’acqua cercando di individuare cosa si cela nel sottosuolo», suggerisce Primavera tornando a definirsi stupito dalla mancata presa di posizione delle associazioni ambientaliste del territorio. I lavoratori di Piana Sant’Angelo costretti da due settimane a lavarsi con l’acqua minerale chiedono alla Procura di aprire un’indagine disponendo il controllo su un raggio di 80 chilometri: tanto è lungo il Trigno da Vastogirardi (Isernia) a Lentella, il comune in cui per due volte in un anno è stata intercettlata l’acqua “malata”.
Consorzio di bonifica. Ancora una volta a gettare una scialuppa di salvataggio al territorio è il Consorzio di bonifica sud. Era accaduto ad agosto. Accade ora. Grazie alla diga di Chiauci, il Consorzio potrà fornire al Vastese 200 litri di acqua al secondo. Il presidente dell’ente ha chiesto tuttavia un’equa remunerazione per il personale costretto a turni massacranti per grantire l’acqua alla popolazione.
Summit dal prefetto. Limpida e anche pura. Gli esami eseguiti negli ultimi giorni sui campioni di acqua prelavati dal Trigno danno risposte rassicuranti. Evidentemente però non riescono a rassicurare il Sian che non intende, almeno per il momento, riqualificare l’acqua. Le tracce di fenoli sono sparite ma l’acqua, all’altezza di Lentella, resta non utilizzabile per uso umano. La prefettura mantiene alto il livello di guardia. Questa mattina il prefetto ha convocato a Chieti amministratori ed enti che si stanno occupando dell’emergenza idrica nella vallata. «Invito i residenti e quanti hanno a cuore la salubrità della loro terra a segnalare immediatamente alle forze dell’ordine comportamenti scorretti o anche solo sospetti per individuare e punire l’autore di questa ennesimo scempio ambientale», sollecita il consigliere provinciale Eliana Menna. Pare che il Corpo forestale sia al lavoro da giorni. Sulla vicenda però è stato alzato un muro di silenzio. Ed è questo che spaventa di più la popolazione.
Paola Calvano
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