Gli gnocchetti di Nadia al sapore di Gran Sasso
La ricetta di Nadia Moscardi, chef del ristorante Casa Elodia all’Aquila, con grano Saragolla ed erbe di montagna
L'AQUILA. Gnocchetto di grano Saragolla alle erbe spontanee di montagna. Cereali antichi, erbe e fiori. Un pieno di fibre, proteine vegetali, vitamine, oligoelementi. E tanto colore nel piatto. Un approccio goloso e green alla tavola di primavera, stagione del verde, dei profumi e del risveglio sensoriale.
Con Nadia Moscardi, talentuosa cuoca aquilana - chef con la sorella Vilma e il fratello Antonello in sala, di Casa Elodia, ristorante di famiglia appena riaperto e rinnovato nella storica sede a Camarda - Cotto & Crudo va in esplorazione campestre. Alla ricerca delle varie essenze mangerecce da raccogliere per preparare piatti originali come quello suggerito, o anche per dare un tocco di primavera a più semplici risotti e rustiche frittate. Prati e sottobosco hanno molto da offrire in questo periodo, ideale alle passeggiate in campagna, a valle dei monti.
Con lo sguardo costantemente rivolto alla natura della “sua” montagna, il Gran Sasso, Nadia ha composto il suo piatto con sapienza, eleganza e creatività, qualità che distinguono una cucina innovativa ma profondamente identitaria com'è nel suo stile. Le erbe spontanee utilizzate per condire di verde gli gnocchetti della ricetta sono: strivoli, veccia, pisello selvatico, bardana, aglio ursino, trifoglio, piantaggine, rughetta selvatica, artemisia, sedano d’acqua, crescione di fiume, veronica. Non mancano i fiori, di sambuco, calendula e petali di rosa canina. Altre erbe spontanee del periodo, utilizzabili in cucina, sono: pimpinella, papaveri, crespini, scorza nera, rapunzoli, scarsella, alliaria.
«Il Gran Sasso aquilano è un territorio tutto da scoprire», racconta Nadia, «per prudenza la raccolta delle erbe la faccio insieme ad un’amica esperta, collaboratrice del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga».
Le erbe commestibili di primavera si distinguono in base al sapore, più dolce o più amaro. Le erbee più amare vanno gustate lessate o saltate direttamente in padella: veccia, strivoli, papaveri e crespini nella fase più adulta, le varie cicorie di campo come tarassaco e scarsella, bardana e cardo mariano. La cosa più sorprendente di alcune erbe è il sapore particolare, fa notare la chef aquilana. La veccia ricorda molto i ceci, la piantaggine il sapore di fungo. Quanto all’artemisia, deve essere ben dosata per il forte sapore amaro e aromatico; in genere si utilizza ne gli arrosti di maiale. E’ bene ricordare di non raccogliere le erbe sui bordi delle strade trafficate, nelle zone vicine a fonti di inquinamento e nei parchi frequentati da animali.
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