Addio Paolone Rossi mito del calcio rossoblù
Sopravvissuto al sisma dopo 18 ore sotto le macerie, lo ha stroncato una malattia Capitano dell’epopea aquilana, guidò per anni la rappresentativa regionale Figc
L’AQUILA. Di lui, fotografo di professione prima ancora che maestro di vita e di calcio, restano ora le immagini, alcune sbiadite altre nitide, di un’esistenza che non gli ha risparmiato il più grande dei dolori. Giampaolo Rossi, classe 1940, padovano trapiantato all’Aquila nel 1963, il mitico capitano Paolone, l’allenatore rossoblù, l’ex selezionatore della rappresentativa regionale Figc (che guidò per 18 anni lanciando, tra gli altri, Fabio Grosso), sopravvissuto al terremoto dopo 18 ore sotto le macerie che gli hanno portato via la figlia Valentina, avvocatessa che non aveva ancora compiuto 34 anni, si è spento dopo una malattia. L’annuncio ha invaso i social e in pochi minuti si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio. Di lui, negli ambienti del tifo, si parla al presente, visto che dalla tribuna dello stadio Gran Sasso, che raggiunge caparbiamente ogni domenica, seppur col sostegno delle stampelle, manca appena da poche partite. Ad aprile 2014 volle incontrare i vigili del fuoco di Terni che s’infilarono tra le rovine del palazzo di via Gualtieri d’Ocre 18, da dove riuscirono a tirare fuori lui e la moglie Vittoria. Aveva legato molto con Giovanni Pagliari di cui non perdeva un allenamento. Era centravanti, divenne libero. Lo è anche ora. Libero, sì, di riabbracciare l’amata figlia.