Appalti beni monumentali, 22 a processo  

Imprenditori, professionisti e funzionari del Ministero e della Soprintendenza imputati per un giro di presunte tangenti

L’AQUILA. Sono stati rinviati a giudizio nell'ambito dell’inchiesta su presunte tangenti negli appalti per la ricostruzione di chiese e beni architettonici. Nei guai 22 persone tra imprenditori, professionisti e funzionari del ministero dei Beni culturali e della Soprintendenza. Sotto processo sono finiti Lionello Piccinini, Gianfranco D’Alò, Mauro Lancia, Valerio Agostinelli, nelle vesti di rup, direttore dei lavori, imprenditore e tecnico per una presunta falsa perizia nell’appalto per la chiesa di Tione degli Abruzzi. Sono sospettati per falso il rup Giorgio Aldo Pezzi e Berardino Olivieri, direttore dei lavori, per una perizia nei lavori alla chiesa di San Domenico a Sulmona. Rinviati a giudizio gli imprenditori Graziantonio e Antonio Loiudice su presunte irregolarità in relazione ai restauri per la Badia di Sulmona. Per la riqualificazione di piazza Duca degli Abruzzi-Porta Branconia all’Aquila coinvolti gli imprenditori Ernesto Penzi e Lucio Piccinini. Per l’affidamento di lavori complementari al Teatro comunale dell’Aquila, imputati sono gli imprenditori Vito Giuseppe Giustino e Leonardo Santoro, il direttore dei lavori e il vice, Marcello Marchetti e Alessandra Del Cane, i tecnici Michele Fuzio, Domenico Pazienza e Michele Buzzerio, Antonio Zavarella e Pasquale Marenna. Per i lavori della Badia di Celestino V, a processo l’architetto della Soprintendenza Franco De Vitis, mentre per i lavori della chiesa di San Biagio a Cappadocia e della chiesa di San Sisto, a giudizio l’architetto della Soprintendenza Giuseppe Liberati e il geometra Giuseppe Rossi. L’indagato Giancarlo Di Vincenzo è uscito dall’inchiesta mentre Giampiero Fracassa, direttore tecnico dell’omonima ditta teramana è stato condannato alla pena di 4 anni e 4 mesi di reclusione più all’interdizione perpetua dai pubblici uffici con rito abbreviato. Gli indagati inizialmente erano 26 ma per alcuni c’è stato il proscioglimento, mentre altri hanno scelto il rito abbreviato. Le richieste di rinvio a giudizio sono state avanzate dal pubblico ministero Simonetta Ciccarelli. Le indagini, che sono state svolte dai carabinieri del Nucleo investigativo dell’Aquila, iniziarono nel 2017 quando emerse un sistema di assegnazione degli appalti a imprese amiche dietro corresponsione di danaro a funzionari pubblici.
L’operazione denominata “L'importante è partecipare” era nata dalle intercettazioni emerse dall’inchiesta della procura aquilana sugli appalti della Regione e aveva portato all’arresto ai domiciliari di dieci persone e a cinque interdizioni dall’esercizio della professione. Gli edifici finiti nel mirino sono la chiesa di Santa Maria Assunta (Tione degli Abruzzi), la chiesa di San Domenico (Sulmona), la chiesa di San Salvatore (Civitaretenga), la Badia (Sulmona), Mura civiche dell'Aquila (tratto piazza Duca degli Abruzzi – Porta Branconia), dell'Aquila (mura civiche), Torre medicea di Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), la chiesa di San Sisto all’Aquila, il teatro comunale dell’Aquila e la chiesa di San Biagio a Cappadocia (L’Aquila).
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