Avvelena i cani al cugino-rivale
Vendetta di un 37enne dopo le liti in famiglia, accusato di uccisione di animali e minacce
AVEZZANO. È arrivato al mattino per dare da mangiare ai suoi cani di razza. E li ha trovati entrambi morti, probabilmente per un avvelenamento causato da bocconi letali. Ad ucciderli, secondo quanto emerso dalle indagini, è stato suo cugino, spinto da una vendetta per vecchi dissapori. Lui, infatti, lo aveva anche minacciato. Ora un 37enne di Avezzano è accusato dei reati di uccisione di animali e minacce.
Secondo quanto emerso dalle indagini degli agenti del commissariato di polizia di Avezzano, guidati dal dirigente Paolo Gennaccaro, l’avezzanese avrebbe scatenato la violenta reazione contro i cani di razza per un regolamento di conti con il parente.
Alla base dell’atto criminale, infatti, ci sarebbero delle vecchie ruggini tra i due cugini. I cani si trovavano in un recinto lontano dall’abitazione del proprietario. Secondo l’accusa, il 37enne li avrebbe avvelenati, dopo aver minacciato il proprietario. Avrebbe preparato delle polpette di carne riempiendole di una sostanza letale, probabilmente anticrittogamici. Dopo aver raggiunto l'area dove i cani da guardia si trovavano, ha lanciato i bocconi avvelenati facendo cadere i due cani di razza nella trappola. Dopo aver ingoiato le polpette per loro è stata una lunga agonia, durata forse diverse ore. Nessuno ha sentito i loro lamenti strazianti che li hanno portati alla morte. La scoperta della strage è stata fatta dal proprietario soltanto al mattino. Quando è arrivato sul posto ha visto i cani a terra. Per loro non c’era più niente da fare. Il veleno aveva già agito. Così lui, convinto della colpevolezza del cugino, lo ha raggiunto chiedendo spiegazioni, senza ottenere il risultato sperato.
Alla fine si è rivolto alla polizia e gli agenti della squadra anticrimine, guidati dal sostituto commissario Gaetano Del Treste, hanno avviato le indagini che hanno portato alla denuncia. Saranno gli accertamenti a fare chiarezza su quanto accaduto e a confermare o meno le responsabilità del 37enne.
Pietro Guida
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