PERDONANZA CELESTINIANA
Baglioni chiude l'edizione di Papa Francesco
Una piazza piena e calorosa per il concerto che ha chiuso un'edizione destinata a passare alla storia della Perdonanza celestiniana
«Sono felice di essere tornato all’Aquila dopo 13 anni e ritrovare questa piazza che nel 2009 ospitava ancora gli accampamenti: mi presentai con una chitarra per cercare di portare un po’ di sollievo». Così Claudio Baglioni sul palco davanti alla basilica di Collemaggio, nel gran finale della Perdonanza.
I musicisti, diretti da Danilo Minotti, fanno l'ingresso sulle note del Requiem, composto per lanciare un messaggio contro la guerra. Così come “Pace”, la prima canzone in scaletta, brano di coda del doppio album “Oltre” (1990), che non è solo un'invocazione di armonia che l’autore fa per sé stesso (nell’intento di vivere con maggiore semplicità di cuore, in linea con l’autobiografismo dell’album), ma è anche una testimonianza di rispetto per chi è diverso.
Cita Nelson Mandela e il suo messaggio sul perdono – «un’arma potente» – prima di riprendere a suonare. Baglioni intona dunque “Io sono qui” e poi “Dodici note”, la canzone che ha dato il nome al suo tour. Quindi “Acqua dalla luna” e “Dagli il via” prima di “Un nuovo giorno o un giorno nuovo”. Ancora un tuffo avanti e indietro nel suo repertorio con “Un po’ di più” e “Amori in corso”, per arrivare a “Gli anni più belli” e “Mal d'amore”, due dei brani più riusciti dell'album “In questa storia che è la mia”