Chiuse le indagini su Lusi, il senatore rischia il processo

Associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita di oltre 22 milioni di euro e calunnia: queste le accuse a carico dell’ex tesoriere della Margherita detenuto in un convento a Pereto

ROMA. Associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita di oltre 22 milioni di euro e calunnia. Per queste accuse Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, rischia di finire sotto processo a Roma. La procura ha chiuso l’inchiesta e notificato l’avviso. Oltre a Lusi il gup dovrà pronunciarsi sulla moglie Giovanna Petricone, i commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio nonchè Diana Ferri, collaboratrice di Lusi e prestanome di una società riconducibile al senatore. A questi ultimi il pm Stefano Pesci contesta la sola associazione per delinquere. La procura di Roma ha chiesto l’archiviazione delle posizioni di Francesco Giuseppe Petricone e Micol D’Andrea, rispettivamente cognato e nipote acquisita di Luigi Lusi.

Attualmente detenuto in un convento a Pereto, Lusi, 50 anni, fino a febbraio scorso senatore del Pd, deve rispondere di fatti a cominciare dal 2007. In particolare, di essersi appropriato di somme di danaro provenienti dai rimborsi elettorali e di averli trasferiti su due società, la «Ttt srl» e la «Paradiso Immobiliare». Denaro investito, tra l’altro, nell’acquisto di immobili, tra cui una lussuosa villa in cui viveva a Genzano ed appartamenti a Capistrello.

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