Da Padova il grazie degli alpini all’Aquila
Dopo un mese dall’Adunata non si fermano le testimonianze d’affetto nei confronti della città
L’AQUILA. A più di un mese di distanza dall’Adunata nazionale Alpini ospitata in città continuano a pervenire testimonianze di affetto e di incoraggiamento nei confronti degli aquilani.
Stavolta a scrivere al Centro è Alfio Biasiolo di Selvazzano (Padova). «Con la famiglia», scrive, «ho partecipato con grande gioia alla recente adunata nella cara (e non solo a noi) città dell’Aquila. Per un disguido nel leggere la guida al campo 8, abbiamo attraversato l’intero quartiere Acquasanta senza riuscire nell’intento, al che ho bussato nella parte alta di via Acquasanta al primo uscio che ho trovato, e ho avuto, anzi ho trovato la miglior cortesia che si possa pensare: un signore, di fronte al piccolo campo 1 ha portato fuori l’auto e per una buona mezz’ora abbiamo girato finché abbiamo trovato la destinazione. Purtroppo non trovo più il suo indirizzo, come non ho i nomi delle signore del negozio “La frutteria” e lo stesso vale per l’edicolante dietro la Fontana Luminosa, e come tanta altra Gente (con lettera maiuscola) che ha dimostrato una grande accoglienza veramente calorosa, una cortesia inimitabile, Gente che non solo spera come noi nella ricostruzione del “Salotto d’Abruzzo” ma soprattutto anela di tornare tra quelle “quattro pietre” che chiamiamo il focolare, simbolo della famiglia. Abbiamo visitato in lungo e in largo la città, con gli occhi con cui la vedemmo al tempo dell’adunata di Pescara, col nodo in gola e una grande speranza di rivederla come diciamo qui in Veneto “com’era e dov’era”. Questa mia lettera vuol essere il ringraziamento alla città. Molti hanno dimostrato che il cuore pulsante dell’Aquila meritava di essere alimentato dalla nostra – anche se in qualche modo rumorosa – gioiosa presenza. La città con un grande abbraccio ci ha accolto e vorremmo ricambiarlo a lavori finiti. Grazie...grazie...grazie L’Aquila e grazie Abruzzo».
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