Duplice omicidio, si scava sul movente
I carabinieri cercano prove per supportare la premeditazione ma l’indagato non ha mai ceduto l’azienda ad altri
L’AQUILA. L’omicidio della donna e del suo compagno, uccisi dall’ex marito di lei, davanti al parcheggio del supermercato Md a Bazzano, è al centro di indagini che i carabinieri stanno facendo per supportare l’aggravante della premeditazione che la Procura vuole contestare al piccolo imprenditore albanese Bruno Kapplani.
Gli investigatori, secondo quanto si è appreso, hanno di nuovo interrogato amici e conoscenti di vittime e omicida per conoscere nel dettaglio i comportamenti dell’indagato, ora in carcere, in prossimità del suo gesto per il quale è accusato di omicidio volontario. Una serie di racconti, dunque, dai quali sarebbe emerso un atteggiamento quasi vessatorio nei riguardi dell’ex moglie dalla quale aveva divorziato due anni fa. Sono state anche valutate le carte che furono utilizzate per la separazione legale che, però, venne portata a termine pacificamente per incompatibilità caratteriali. In esse, infatti, non si fa riferimento a scene di violenza.
Uno dei dubbi da risolvere riguardava la supposta volontà dell’indagato di cedere l’attività ad altri, quasi a volersene privare allo scopo di danneggiare ex moglie e figli in previsione di un possibile atto estremo. Un’indagine effettuata presso l’ente camerale ha permesso di verificare, atti alla mano, che non esiste un documento di cessione dell’azienda che pure è stata fonte di buoni guadagni. Ma è emerso che l’albanese aveva affidato l’impresa a un institore. Si tratterebbe di un soggetto che ha poteri di rappresentanza e che dipende direttamente dall’imprenditore senza figure intermedie. Insomma l’azienda, che si occupa della vendita di pietrame e si trova lungo la via Mausonia, formalmente non ha mai cambiato proprietario.
Si cerca di capire, inoltre, se in occasione dell’omicidio, nel quale l’assassino ha freddato le vittime Orjeta Boshi e Sheptim Hana, con due colpi di pistola, ci sia stato un complice che potrebbe averlo aiutato. Sono stati visionati, a tale scopo, i filmati delle telecamere a circuito chiuso degli esercizi commerciali circostanti. In realtà dalle riprese si vede, e anche bene, l’omicida che spara ma non esiste traccia di complici. Resta ancora da capire se l’uomo abbia incontrato per caso le due vittime nel parcheggio, come sostiene la difesa, oppure se li ha seguiti per poi agire. Dai filmati non si sono trovati supporti per chiarire questi aspetti che sono decisivi per contestare in modo fondato la premeditazione per la quale, in un processo, l’imprenditore rischierebbe l’ergastolo in caso di condanna. Il giallo su come egli sia entrato in possesso della pistola Beretta, rubata in una casa del Torrione, non è ancora stato chiarito. Lo può spiegare solo lui ma negli interrogatori con i giudici non ha detto nulla di interessante al riguardo. È certo, comunque, che Kapplani, che dalla vittima aveva avuto quattro figli, verrà di nuovo interrogato dagli investigatori.
CASO SPECCHIO Questa mattina verrà riesaminata dai giudici del tribunale la possibilità di rimettere in libertà Walter Angelo Specchio accusato di irregolarità in alcuni appalti assegnati dalla Provincia. Infatti il suo avvocato ha presentato un ricorso.
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