L'Aquila, truffa su falsi incidenti: in 31 vanno a giudizio

Secondo le accuse il maxi-raggiro è stato commesso esibendo certificati medici ospedalieri artefatti. In sostanza venivano riprodotti quelli veri ma con nomi diversi da quelli reali

L’AQUILA. Trentuno persone sono finite sotto processo nell’ambito di un’inchiesta dei Ros nella quale si ipotizzano incidenti stradali, tra cui un tamponamento a catena, simulati ai danni di alcune assicurazioni. Un’inchiesta caratterizzata dall’uso di falsi certificati medici fatti in ospedale. In sostanza venivano riprodotti certificati medici veri ma con nomi diversi da quelli reali e sostituiti con le generalità volute dai presunti truffatori. Ieri, dopo una serie interminabile di udienze, il gup del tribunale Giuseppe Romano Gargarella ha mandato a giudizio i sospettati, pur tagliando qualche accusa, fissando la prima udienza davanti al tribunale in composizione collegiale per il 3 dicembre 2015. Delle persone che rischiavano il processo una sola ne è uscita del tutto. Si tratta del 31enne Pietro Giacomo Cortelli che è stato prosciolto.

Le posizioni più pesanti sono quelle a carico di Fabrizio Iannini, Giovanni Iannini, Petrean Florin Radu, Lucian Gheorghe, Francesco Ponziani, Guido Pietropaoli, Carmine Colizza cui è contestata l’associazione per delinquere. Accusa rigettata in toto dalle difese che sostengono come costoro nemmeno si conoscessero, e questo sarebbe negli atti. Dunque la contestazione apparirebbe perlomeno discutibile. Fabrizio Iannini viene indicato come colui che aveva il compito di organizzare ogni singolo incidente predisponendo anche testimoni, fatture e documentazioni mediche false. Gli altri, a seconda del loro ruolo, lo avrebbero aiutato. Fabrizio Iannini, comunque, è stato prosciolto dall’accusa di voler organizzare un attentato incendiario nei riguardi del funzionario comunale Carlo Bolino (estraneo ai fatti) che, evidentemente, si era opposto a qualche sua pretesa. Iannini e Ponziani sono stati scagionati anche da una truffa ai danni di un’assicurazione del gruppo Fondiaria.

Tra i tanti episodi contestati il maxitamponamento a catena con il coinvolgimento artefatto di diverse auto. In quello specifico episodio sono accusati i due Iannini oltre a Domenico Di Marco, Giulia Dosio, Fausto Lancia, Guido Pietropaoli e Carmine Colizza. In questo caso, sempre secondo il pm, si arrivò al pagamento di danni nonostante il perito avesse dato parere contrario. Ma in più casi si sono viste delle liquidazioni «sfacciatamente esagerate». Gli altri imputati, coinvolti a vario titolo, per lo più per falso, sono Antonella Perreca, Giuliano Di Mario, Serena Colagrande, Maria Timis, Giuseppe Di Girolamo, Fabio Di Girolamo, Lenuta Gogila, Carmine Del Papa, Carlo Cimini, Ilenia Tosoni, Giovanni Scipioni, Massimo Del Papa, Alberto Valentini, Antonietta Carducci, Margherita Piccioni, Paola Filipponi, Francesco Bizzarri, Umberto Fusari, Aldo Olivo, Amedeo Fabrizi, Dino Scipioni. Più in particolare Bizzarri, medico legale fiduciario di un’assicurazione, è finito sotto inchiesta (articolo 642 codice penale) in relazione ad alcune omissioni in relazione a certificati che avrebbe omesso di consegnare a un’assicurazione. Quanto a chi fosse il redattore in ospedale di quei certificati falsificati non è stato identificato.

Alcuni avvocati ritengono che l’associazione per delinquere non stia in piedi «e quando tra tre anni si riconoscerà che le accuse non poggiano su solide basi sarà comunque tardi per ridare credibilità a queste persone ingiustamente inquisite».

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