ABRUZZO
La Perdonanza accende la grande bellezza dell'Aquila rinascente
Acceso il Tripode della Pace, via agli spettacoli sul tema della rinascita. Il cardinale Petrocchi: "Queste fiamme devono ardere in tanti cuori". GUARDA IL PROGRAMMA
L'AQUILA. Il fuoco del Perdono è acceso. Sul piazzale di Collemaggio arde il Tripode della Pace della 727/a edizione della Perdonanza che avrà il momento più importante il 28 agosto, quando sarà aperta la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, per l’inizio del Giubileo più antico della storia. Ad accendere il braciere è stato ieri sera il sindaco Pierluigi Biondi utilizzando il Fuoco del Morrone, la fiaccola che il Movimento Celestiniano ha portato dall’eremo celestiniano di Sant’Onofrio (Sulmona) dal 16 agosto, e che è arrivato ripercorrendo il tragitto che Pietro Angelerio affrontò nell’estate del 1294, per arrivare all’Aquila e vestire le insegne da Papa (con il nome di Celestino V), dopo la proclamazione avvenuta nel conclave di Perugia del 5 luglio di quell’anno.
IL PROGRAMMA DELL'INTERA PERDONANZA E' SU www.perdonanza-celestiniana.it
La torcia è stata consegnata al sindaco dai due giovani tedofori: Beatrice Del Vecchio, 17 anni, studentessa del liceo classico Cotugno, e Marco Iacobucci (17), studente del liceo scientifico Bafile. Il Movimento Celestiniano, organizzatore dell'iniziativa che si svolge da 42 anni, li ha scelti per la loro costante presenza nel Cammino del Perdono e per i brillanti risultati scolastici ottenuti nonostante i disagi dovuti alla didattica a distanza a causa del Covid.
«La forza del Perdono - spiega l il cardinale e arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Petrocchi - è la parte per il tutto della Perdonanza, che Celestino ha riempito di insegnamenti semplici, chiari e attuabili. Messaggi universali, amplificati dal riconoscimento dell'Unesco di patrimonio immateriale culturale dell'umanità. L'Aquila ogni giorno riscopre quello che sembrava perso: una ricostruzione, che sa di restauro e di ripristino, ma anche di innovazione, ha risvegliato la nostra comunità. Il gesto "esterno" di accendere il fuoco, è simbolo di un evento che deve accadere "dentro" l'anima: le fiamme della Perdonanza debbono ardere in tanti cuori. Il fuoco della Perdonanza deve illuminare le nostre "notti" spirituali, culturali, sociali».
Il sindaco Biondi ha sottolineato che «da cristiani, non possiamo estraniarci dalla sorte dei nostri simili come nel caso della tragedia afghana», mentre «da fratelli maggiori non possiamo disinteressarci dei nostri fratelli minori, delle ragazze e dei ragazzi che torneranno a scuola con l'angosciosa eredità di un anno e mezzo vissuto nell'incertezza e nella privazione dei rapporti sociali».
«La grande bellezza dell’Aquila rinascente è, oggi, il palcoscenico di una storia da raccontare ma, soprattutto, da scrivere», ha proseguito il sindaco abbracciando il tema della serata legato alla rinascita, e ripreso più volte dagli artisti che si sono aletrnati sul palco: da Irene Grandi e Michele Zarrillo, da Orietta Berti a Simone Cristicchi e Roby Facchinetti, tutti accompagnati dall’Orchestra del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila e dai cori della Schola Cantorum di San Sisto e della Corale L’Aquila, tutti diretti dal maestro De Amicis.