Mensa più cara, alunni in classe con il panino
Il sindaco Ranalli: entro lunedì risolveremo il problema in consiglio comunale Ma la protesta dei genitori non rientra: pranzo al sacco per molti bambini
SULMONA. «Entro sabato, massimo lunedì risolveremo il problema delle mense scolastiche. Parola di sindaco». All’indomani della nuova protesta che si è scatenata nelle scuole cittadine per il mancato ripristino del vecchio costo del buono mensa, il sindaco torna a promettere una soluzione nel giro di pochi giorni. L’annuncio arriva al termine dell’incontro di lavoro di ieri mattina in cui è stato approntato il nuovo provvedimento che consentirà all’amministrazione di ingranare la retromarcia e superare l’ostacolo della delibera con cui è stato deciso, nel rispetto dell’attuale normativa, di ripartire i costi del servizio per fasce, in base al reddito Isee. Decisione che aveva portato per le famiglie più ricche, per quelle che non avevano pronta la dichiarazione Isee e per i non residenti in città, al raddoppio della spesa per la mensa scolastica: da 2,44 a 4,58 euro. «Abbiamo predisposto insieme agli uffici competenti una mia proposta da portare in consiglio comunale con procedura d’urgenza», spiega il primo cittadino Peppino Ranalli, «con la quale si rinvia il termine del provvedimento al nuovo anno scolastico, fatti salvi gli effetti giuridici dell’attuale fino alla nuova approvazione. Chiederò al presidente del consiglio comunale, di convocare il consiglio dopo aver incontrato i capigruppo e penso che entro sabato o al massimo lunedì, si possa tenere la seduta».
Subito dopo il sindaco e l’assessore ai servizi sociali, Nicola D’Alessandro si metteranno al lavoro per rivedere in maniera definitiva il costo della mensa, con una nuova delibera che avrà efficacia a partire dal nuovo anno scolastico.
«È mia intenzione provvedere nei prossimi giorni a convocare personalmente ed ufficialmente, così come concordato nell’ultimo incontro, i dirigenti scolastici e i genitori rappresentanti dei consigli d’istituto», prosegue Ranalli, «per condividere insieme il percorso di approfondimento dei dati reddituali delle famiglie in modo da individuare con una ulteriore proposta un’eventuale rivisitazione delle fasce. Con i genitori sarà avviato, visto che sono d’accordo nell’impostazione generale di equità sociale con l’obbligo dell’introduzione del reddito familiare Isee», prosegue Ranalli, «un percorso per individuare la ripartizione del costo per ogni famiglia, anche perché si tratta di un servizio a domanda individuale, che va anche sostenuto, così come prevede la legge, dagli utenti. Per quanto riguarda i non residenti, che pagano le tasse in un altro Comunque», conclude il sindaco, «ci riserviamo di valutare la situazione in considerazione del fatto che il servizio mensa viene pagato coi soldi dei contribuenti di Sulmona». Intanto prosegue la protesta dei genitori, molti dei quali hanno deciso di far portare ai figli il pranzo al sacco.
Claudio Lattanzio
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