Vino, la produzione locale cala del dieci per cento
Battuta d’arresto causata dalle gelate del mese di maggio e dal caldo estivo Ma le cantine della Valle Peligna investono sulla qualità e rilanciano l’export
PRATOLA PELIGNA. Se la vendemmia in Valle Peligna si conferma all’insegna della qualità, la stagione di raccolta ha registrato un calo del 10% nella produzione totale. Una battuta d’arresto favorita dalle gelate del 14 e 18 maggio scorso che hanno colpito pesantemente i vigneti più esposti, ma anche dalle temperature torride di quest’estate che alla fine hanno messo a dura prova le colture più assolate.
Bizze del tempo che non arrestano il momento positivo vissuto dalla viticultura della Valle Peligna e di quella abruzzese in generale. Anche perché, al fianco delle produzioni locali esiste un forte e ormai consolidato, valore in più. Si tratta dell’esperienza maturata nel settore, come quella, tra gli altri, di Alice Pietrantonj dell’omonima cantina di Vittorito: «Abbiamo ritardato l’avvio della vendemmia per consentire agli acini di aumentare il loro grado zuccherino e avere una gradazione al mosto più elevata», spiega, «un modo naturale per aumentare la qualità del vino sfruttando anche il clima mite che quest’anno si è registrato tra settembre e ottobre».
Qualità, quindi come parola d’ordine e viatico per mantenere la barra dritta nel mercato dei vini. Ricerca che alla fine sta facendo aumentare anche le esportazioni. Come, per esempio, nella cantina di Ottaviano Pasquale a Prezza. Il suo “Praesidium”, oltre ad essere nominato il miglior vino d’Abruzzo, sta registrando un aumento dell’esportazioni verso il mercato americano. Richieste che arrivano da New York e Boston e che hanno un segno di più 45%. «Il nostro prodotto», spiegano dalla cantina ricavata nella roccia di Prezza, «è molto ricercato nella costa est degli Stati Uniti». Segmenti di mercato che se intercettati possono offrire tanto. Una scommessa accolta con spirito positivo da Guerino Pescara, giovane laureato in enologia che ha da poco restaurato e aperto una cantina, “Pescara vini”, in via Luigi Meta nel centro di Pratola. «Per me è ancora presto fare dei bilanci», spiega al telefono, mentre è intento nella raccolta, «ma sono determinato a fare un buon lavoro di qualità e dare un personale contributo alla produzione del vino locale». Giovani che con le loro scelte fanno anche da barometro per capire come cambia il vento e quali “sogni” inseguire. Persone che appunto riprendono in mano le redini di attività commerciali legate alla terra e alle produzioni di qualità. Coltivatori come: Carlo Margiotta, Domenico Biancolino della cantina “Blancodini”, “Valpeligna vini” Giuseppe Iacobucci e Liberato Di Bacco che stanno investendo nella viticultura, ma anche in altri prodotti legati alla vite come, confetture, passiti, mosto cotto e liquori.
Federico Cifani
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