Accoltellato un giovane ai domiciliari
Due fendenti all'addome per un debito non saldato, il ferito ricoverato in ospedale
PESCARA. Nomade, 29 anni, colpito da due coltellate per un debito non saldato. Sono i pochi elementi certi emersi sulla misteriosa aggressione avvenuta ieri sera a Pescara. La vittima è Alfredo Di Rocco, un rom che vive in via Aldo Moro, dove è stato trovato ferito. Ma sono ancora molti i punti oscuri di questo episodio di violenza e tanta l'omertà.
L'allarme è scattato quando l'aggressore era già lontano e a lanciarlo è stata una donna che vive nella zona. In via Aldo Moro, in un'abitazione, il personale della squadra volante ha trovato il 29enne ferito. E' un nomade agli arresti domiciliari che è stato raggiunto da due coltellate all'addome e alla zona lombare. Due ferite abbastanza profonde, a quanto pare, ma non gravi, probabilmente sferrate con un taglia unghie di cui non c'è traccia.
La polizia, coordinata dal dirigente della squadra volante, Alessandro Di Blasio, ha subito tentato di raccogliere i primi elementi utili e ha ascoltato il diretto interessato. Lui ha riferito di essere stato inspiegabilmente colpito da uno sconosciuto che si è presentato a casa sua, dove è costretto ai domiciliari. Insomma un gesto assolutamente inspiegabile per la vittima che però non avrebbe perso sangue in casa. E' difficile quindi che l'aggressione sia davvero avvenuta lì ed è possibile che il teatro dell'accoltellamento sia un altro, ma se così fosse il ferito potrebbe essere accusato di evasione e la sua posizione cambierebbe.
Mentre la polizia lavorava per fare luce su quanto accaduto, per il 29enne è stato disposto il ricovero. L'uomo è stato soccorso dal personale del 118 e trasportato al Santo Spirito dove è stato sottoposto ad accertamenti per capire la gravità delle ferite riportate, che sono state giudicate guaribili in 15 giorni. Nel frattempo c'è stato un certo via vai tra via Aldo Moro e la questura dove sono stati interrogati familiari e conoscenti di Alfredo Di Rocco per capire come si sono svolte le cose, chi fosse presente in casa e chi no, chi ha visto o sentito qualcosa. Tra le prime persone tirate in ballo come possibili testimoni ci sono la madre e la sorella del ferito ma nel giro di poche ore il quadro è cambiato più volte, tra contraddizioni e reticenze. In serata si è arrivati alla probabile svolta ed è stato fermato un uomo, il possibile aggressore, che avrebbe ferito Alfredo Di Rocco per questioni di soldi, cioè per un debito maturato sempre in ambiente rom. Il quadro sarà chiarito pienamente nelle prossime ore, anche riascoltando il nomade ferito, per poi adottare eventuali misure.
Solo qualche settimana fa è morto accoltellato Roberto D'Aloisio, 40 anni, pescarese. La lama del coltello affondata all'altezza dello sterno, in pieno giorno, tra le palazzine che circondano il Sert, il Servizio per le tossicodipendenze in via Paolini. L'uomo, tossicodipendente, abitava in via Fonte Romana. Quando è stato trasportato in ospedale, D'Aloisio era ancora cosciente ma, pochi istanti dopo, neanche il tempo di intervenire per salvarlo, ha perso la vita. A ferirlo mortalmente Lamberto Renzetti, durante una lite per una questione di spiate sul metadone. «Non l'ho colpito, anzi. Non stavamo neppure litigando. Avevo solo il coltello in mano e lui mi è caduto addosso. È stato un incidente non voluto», così l'ha raccontata al gip Lamberto Renzetti. In tre sono accusati di favoreggiamento. Erano lì ma al giudice hanno detto di non aver visto l'accoltellamento.
L'allarme è scattato quando l'aggressore era già lontano e a lanciarlo è stata una donna che vive nella zona. In via Aldo Moro, in un'abitazione, il personale della squadra volante ha trovato il 29enne ferito. E' un nomade agli arresti domiciliari che è stato raggiunto da due coltellate all'addome e alla zona lombare. Due ferite abbastanza profonde, a quanto pare, ma non gravi, probabilmente sferrate con un taglia unghie di cui non c'è traccia.
La polizia, coordinata dal dirigente della squadra volante, Alessandro Di Blasio, ha subito tentato di raccogliere i primi elementi utili e ha ascoltato il diretto interessato. Lui ha riferito di essere stato inspiegabilmente colpito da uno sconosciuto che si è presentato a casa sua, dove è costretto ai domiciliari. Insomma un gesto assolutamente inspiegabile per la vittima che però non avrebbe perso sangue in casa. E' difficile quindi che l'aggressione sia davvero avvenuta lì ed è possibile che il teatro dell'accoltellamento sia un altro, ma se così fosse il ferito potrebbe essere accusato di evasione e la sua posizione cambierebbe.
Mentre la polizia lavorava per fare luce su quanto accaduto, per il 29enne è stato disposto il ricovero. L'uomo è stato soccorso dal personale del 118 e trasportato al Santo Spirito dove è stato sottoposto ad accertamenti per capire la gravità delle ferite riportate, che sono state giudicate guaribili in 15 giorni. Nel frattempo c'è stato un certo via vai tra via Aldo Moro e la questura dove sono stati interrogati familiari e conoscenti di Alfredo Di Rocco per capire come si sono svolte le cose, chi fosse presente in casa e chi no, chi ha visto o sentito qualcosa. Tra le prime persone tirate in ballo come possibili testimoni ci sono la madre e la sorella del ferito ma nel giro di poche ore il quadro è cambiato più volte, tra contraddizioni e reticenze. In serata si è arrivati alla probabile svolta ed è stato fermato un uomo, il possibile aggressore, che avrebbe ferito Alfredo Di Rocco per questioni di soldi, cioè per un debito maturato sempre in ambiente rom. Il quadro sarà chiarito pienamente nelle prossime ore, anche riascoltando il nomade ferito, per poi adottare eventuali misure.
Solo qualche settimana fa è morto accoltellato Roberto D'Aloisio, 40 anni, pescarese. La lama del coltello affondata all'altezza dello sterno, in pieno giorno, tra le palazzine che circondano il Sert, il Servizio per le tossicodipendenze in via Paolini. L'uomo, tossicodipendente, abitava in via Fonte Romana. Quando è stato trasportato in ospedale, D'Aloisio era ancora cosciente ma, pochi istanti dopo, neanche il tempo di intervenire per salvarlo, ha perso la vita. A ferirlo mortalmente Lamberto Renzetti, durante una lite per una questione di spiate sul metadone. «Non l'ho colpito, anzi. Non stavamo neppure litigando. Avevo solo il coltello in mano e lui mi è caduto addosso. È stato un incidente non voluto», così l'ha raccontata al gip Lamberto Renzetti. In tre sono accusati di favoreggiamento. Erano lì ma al giudice hanno detto di non aver visto l'accoltellamento.
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