Capo operaio morto folgorato, ci sono quattro rinvii a giudizio
Sotto accusa per il decesso di Giancarlo Carulli, il vice sindaco Marinelli e il dirigente Olivieri A processo anche il funzionario Basile e l’elettricista Mangifesta: il reato contestato è omicidio colposo
FRANCAVILLA. Sono stati rinviati a giudizio i quattro indagati per la morte di Giancarlo Carulli, capo degli operai di Francavilla, rimasto folgorato il 5 agosto del 2023 mentre era impegnato a sistemare dei cavi elettrici in via D’Aquino e deceduto dopo quattro giorni di agonia. Si tratta del vice sindaco della cittadina adriatica Wiliams Marinelli, 53 anni, in qualità di datore di lavoro della vittima, che avrebbe «impartito l’ordine di lavorazione concernente la manutenzione della linea elettrica indicata», Roberto Olivieri, 64 anni, dirigente del terzo settore del Comune da giugno a settembre 2017, il periodo in cui è stato realizzato l’impianto, nonché datore di lavoro di Carulli all’epoca del fatto, Maurizio Basile, 56 anni, in qualità di funzionario responsabile del servizio Lavori pubblici comunale, e Luciano Mangifesta, 64 anni, quale «elettricista del Comune, l’esecutore materiale dell’ampliamento dell'impianto di illuminazione pubblica».
La decisione è stata presa dal gup del tribunale di Chieti Andrea Di Berardino, che ha accolto le richieste del pubblico ministero Giancarlo Ciani, formulate al termine delle indagini preliminari. L’accusa, per tutti, è quella di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di essere stato commesso, appunto, con violazione di norme antinfortunistiche. I quattro imputati, i cui difensori avevano chiesto il non luogo a procedere, non hanno scelto, almeno per ora, riti alternativi, decidendo quindi di affrontare il processo, la cui prima udienza dibattimentale è stata fissata per il 2 aprile 2025.
Nell’udienza di ieri mattina, con l’accusa rappresentata dal procuratore Giampiero Di Florio, si sono costituiti parte civile la moglie e le due figlie di Carulli, oltre all’Inail.
All’origine dell’incidente, lavori effettuati dal Comune nel 2017, ovvero un impianto di pubblica illuminazione a mezzo di ampliamento e trasformazione dell'impianto già esistente, con attraversamento, in posizione ribassata, di un impianto di media tensione già in essere. Un impianto di illuminazione risultato totalmente fuori norma e un operaio non formato per tali interventi mandato a ripararlo come fosse un elettricista, senza dispositivi di protezione individuale, tanto più necessari alla luce della pericolosità delle operazioni richieste, e con la linea elettrica ancora in esercizio. Quel giorno Carulli, assunto dal Comune di Francavilla con mansioni di “operaio decespugliatore”, salito su un cestello elevatore per eseguire una riparazione, urtò involontariamente i cavi della media tensione rimanendo folgorato.
«Dal processo ci aspettiamo giustizia e l’accertamento delle responsabilità, anche se nulla potrà restituire la vita al povero Carulli», commenta Marco Bevilacqua, avvocato dello Studio 3A che assiste la famiglia dell’operaio. «Siamo davanti ad una questione molto complessa che non poteva essere risolta nell’udienza preliminare», dice Marco Femminella, legale di Roberto Olivieri, uno degli imputati, «dovremo chiarire la vicenda davanti al giudice del dibattimento, unitamente all’acquisizione delle prove».
La decisione è stata presa dal gup del tribunale di Chieti Andrea Di Berardino, che ha accolto le richieste del pubblico ministero Giancarlo Ciani, formulate al termine delle indagini preliminari. L’accusa, per tutti, è quella di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di essere stato commesso, appunto, con violazione di norme antinfortunistiche. I quattro imputati, i cui difensori avevano chiesto il non luogo a procedere, non hanno scelto, almeno per ora, riti alternativi, decidendo quindi di affrontare il processo, la cui prima udienza dibattimentale è stata fissata per il 2 aprile 2025.
Nell’udienza di ieri mattina, con l’accusa rappresentata dal procuratore Giampiero Di Florio, si sono costituiti parte civile la moglie e le due figlie di Carulli, oltre all’Inail.
All’origine dell’incidente, lavori effettuati dal Comune nel 2017, ovvero un impianto di pubblica illuminazione a mezzo di ampliamento e trasformazione dell'impianto già esistente, con attraversamento, in posizione ribassata, di un impianto di media tensione già in essere. Un impianto di illuminazione risultato totalmente fuori norma e un operaio non formato per tali interventi mandato a ripararlo come fosse un elettricista, senza dispositivi di protezione individuale, tanto più necessari alla luce della pericolosità delle operazioni richieste, e con la linea elettrica ancora in esercizio. Quel giorno Carulli, assunto dal Comune di Francavilla con mansioni di “operaio decespugliatore”, salito su un cestello elevatore per eseguire una riparazione, urtò involontariamente i cavi della media tensione rimanendo folgorato.
«Dal processo ci aspettiamo giustizia e l’accertamento delle responsabilità, anche se nulla potrà restituire la vita al povero Carulli», commenta Marco Bevilacqua, avvocato dello Studio 3A che assiste la famiglia dell’operaio. «Siamo davanti ad una questione molto complessa che non poteva essere risolta nell’udienza preliminare», dice Marco Femminella, legale di Roberto Olivieri, uno degli imputati, «dovremo chiarire la vicenda davanti al giudice del dibattimento, unitamente all’acquisizione delle prove».