«Cofa da demolire, poi l’area al Comune»

21 Giugno 2014

D’Alfonso e Alessandrini nell’ex mercato. I grillini chiedono garanzie: «Sulla destinazione decidano i cittadini»

PESCARA. «Entro lunedì o martedì, darò una risposta al presidente della Regione». Il direttore regionale delle Risorse umane e strumentali, Gianluca Caruso, metterà dunque nero su bianco all’inizio della settimana prossima, su modalità tempi e costi relativi alla richiesta di demolizione dell’ex Cofa (il mercato ortofrutticolo in disuso dal 2004, di proprietà della Regione) partita dal governatore Luciano D’Alfonso il 17 giugno scorso. «Mi è arrivata giovedì scorso», ha fatto sapere ieri Caruso, «e già oggi, insieme con altri dirigenti e funzionari, stileremo un verbale».

Già, perché ieri c’è stato un check up direttamente sul posto, con, tra gli altri, oltre a Caruso, D’Alfonso, il sindaco Marco Alessandrini, il comandante provinciale dei Vigili del fuoco Pietro Di Risio, il direttore dell’Arta, Mario Amicone, rappresentanti del Genio civile e tecnici del Comune di Pescara. E per il direttore regionale delle Risorse umane e strumentali la sentenza è stata che l’ex Cofa sia «assolutamente da abbattere». 25.585 metri quadrati, di cui pavimentati 14.152 e coperti 9.673, con un valore, stimato nel maggio 2011, quando si era parlato di un’acquisizione da parte della Camera di commercio, intorno agli 11 milioni e 830 mila euro, l’ex Cofa, nelle intenzioni di D’Alfonso, dovrebbe essere ceduto al Comune di Pescara.

«Lo vogliamo disseppellire dal ghiaccio di cemento e poi concordare il passaggio con il titolare della cattedra cittadina, che è il Comune, per creare il massimo dell’attrazione turistica», ha sottolineato il presidente della Regione.

Ma proprio su quest’aspetto sono intervenuti alcuni rappresentanti del Movimento 5 Stelle, che hanno partecipato al sopralluogo. «Noi chiediamo a D’Alfonso che siano rispettate tutte le procedure per l’assegnazione dei lavori di demolizione», ha sottolineato il consigliere regionale Domenico Pettinari.« E inoltre pretendiamo che la destinazione futura dell’area», ha aggiunto il consigliere comunale Enrica Sabatini, «sia condivisa dalla cittadinanza», strappando una stretta di mano a D’Alfonso, incalzato dai due.

Non proprio una contro-manifestazione, quella dei grillini, ieri all’ex Cofa, che dal 2010 è tornato sotto l’egida della Regione (nel 2011 c'è stata la bonifica dall’amianto), i quali si dicono d’accordo anch’essi sull’abbattimento della struttura, ma replicando a D’Alfonso, che a proposito della rasatura al suolo dell’ex mercato, ha parlato di «edificare il diritto di veduta».

«D’Alfonso dice che bisogna fare in modo che si ottenga una veduta sul mare», ha obiettato Erika Alessandrini, altra consigliera comunale pentastellata. «Ma allora vuol dire che null’altro vi si potrà realizzare». La consigliera ha poi anche osservato che, «probabilmente, i costi per un restauro sarebbero minori di quelli relativi ad una ricostruzione dal nulla», mentre il sindaco ha rilevato, al termine dell’expertise, «che gli edifici sono in uno stato più che fatiscente e arrecano rischi e problemi di igiene e disagio: e pertanto riparare potrebbe essere molto più oneroso che ricostruire».

Un «tour», quello di ieri – iniziato quando, alle 13,10, i vigili urbani hanno aperto i cancelli – che si è svolto in un’aria mefitica derivante da ammassi di rifiuti, poltrone, trolley, vestiti sporchi, materassi, sedie sgangherate e calcinacci. «Da sindaco», ha ricordato D’Alfonso, «proprio per una questione di sanità, puntai alla demolizione. Se oggi non intervenissimo, saremmo oggetti di biasimo e di pubblica condanna», ha rimarcato riferendosi a potenziali incidenti in cui potrebbero incorrere i disperati che soggiornano saltuariamente nella struttura. «Si tratta di un pezzo di città che va valorizzato», ha poi aggiunto ancora il primo cittadino, che ha voluto rimarcare che il futuro del Cofa «va ripensato insieme, per venire incontro alle migliori idee».

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