Conti, addio pensando a Rigopiano: «Da quella tragedia la mia vita è cambiata»
Nella lettera scritta alla sorella prima di suicidarsi si chiede se non poteva prestare più attenzione al resto della struttura. La ricostruzione delle ultime ore di vita. Oggi alle 15 i funerali a Sulmona
SULMONA. Tre fogli formato A4 fatti trovare sul sedile della Smart sono una sorta di testamento col quale il generale Guido Conti si è congedato dalla vita. Li ha scritti a mano, con una calligrafia ordinata, come nel suo stile. Nel primo un messaggio alla famiglia, negli altri due un lungo riferimento alla tragedia di Rigopiano. Un dramma che dal 18 gennaio scorso ha pesato come un macigno sull’esistenza del militare di 58 anni.
MORTE NEL BOSCO. Il corpo senza vita di Conti è stato scoperto in un boschetto ai margini della Provinciale che collega Sulmona con Pacentro. Accanto la pistola regolarmente detenuta con la quale il generale ha deciso di farla finita. Il ritrovamento intorno alle 21 di venerdì, ma il medico legale fa risalire il decesso fra le 19 e le 19.30. Di Conti si sono perse le tracce dal mattino. È uscito dalla sua abitazione di Sulmona dopo aver salutato una delle figlie. «Abbi cura di te» le ha detto abbracciandola. Parole che sono suonate strane fin dall’inizio, tanto da insospettire la ragazza e gli altri familiari. Le ricerche sono iniziate subito, ma di Conti si sono perse le tracce. Telefonino irraggiungibile, profilo Facebook cancellato, ultimo accesso a whatsapp alle 9.52. Gli investigatori sono convinti che si tratti di un suicidio, anche se le indagini coordinate dal sostituto procuratore Aura Scarsella vengono fatte con particolare scrupolo per fugare ogni dubbio e visti i precedenti lavorativi di Conti, il paladino dell’ambiente che con le sue grandi inchieste ha scoperchiato sistemi malavitosi e ha consentito di portare alla luce lo scandalo della mega discarica di Bussi.
LE LETTERE. Ma proprio dall’analisi dei fogli si sta cercando di allontanare i sospetti che aleggiano attorno a questo dramma. Nel primo foglio il generale manda «un bacio soave» ai propri cari. Negli altri due fa soltanto riferimento a Rigopiano, alla tragedia del 18 gennaio quando, dopo cinque scosse di terremoto, una valanga staccatasi dal monte Siella investì in pieno l’hotel di Farindola. Una massa di circa 120 mila tonnellate di neve e detriti che travolse l’albergo uccidendo 29 persone. Sei, per ora, gli avvisi di garanzia. Che potrebbero aumentare nel giro di pochi giorni.
«LE PRESCRIZIONI». «Da quando è accaduta la tragedia», scrive il generale Conti, «la mia vita è cambiata, quelle vittime mi pesano come un macigno perché tra i tanti atti ci sono prescrizioni a mia firma. Non per l’albergo di cui non so nulla, ma per l’edificazione del centro benessere dove solo poi appresi di non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa, mi sono sempre posto la domanda: potevo fare di più? Nel senso, potevo prestare attenzione in indagini per mettere intoppi o ostacolare in qualche modo quella pratica? Probabilmente no, ma avrei potuto forse creare problemi, fastidi. Pur non conoscendo neppure un rischio valanghe, anche perché il Cta non ne notiziava neppure all’ufficio di Pescara, e ignorando la cosa del tutto, vivo con il cruccio. In quel periodo ero presissimo e concentrato in tante grandi inchieste che mi assorbivano mentalmente e fisicamente. Totalmente. Potevo fare di più? Non lo so. Vivo con questa domanda. Avrei potuto indagare ma nulla mi fece sospettare nulla. Rigopiano è stato uno dei motivi che mi ha convinto a lasciare il mio lavoro, o a tentare di fare altro, o a disinteressarmi di tutto questo. Ho cercato di non pensarci, di trovare altri stimoli, avventure, progetti inutili. Non vivo, vegeto, facendo finta di essere vivo. Rispettate la mia famiglia, fate che cada il silenzio, onoratemi».
ESCLUSI LEGAMI CON RIGOPIANO. Gli investigatori che indagano sulla morte di Conti escludono categoricamente il coinvolgimento del generale nell’inchiesta di Rigopiano. Anche i familiari, attraverso l'avvocato Alessandro Margiotta, tengono a precisare che non esiste alcun tipo di collegamento tra la tragedia e l'inchiesta di Rigopiano e la morte di Guido Conti.
ADDIO ALLA TOTAL. Lo scorso 11 ottobre il generale Conti si era congedato dai carabinieri forestali e dal primo novembre aveva assunto un nuovo incarico alla Total, nel campo pozzi di Tempa Rossa in Basilicata, dove avrebbe continuato a lavorare su sicurezza e ambiente. Ma neanche una settimana fa Conti ha lasciato l’incarico nella multinazionale francese del petrolio. Per motivi di salute, sarebbe la motivazione addotta. Tanto che gli inquirenti hanno disposto accertamenti per fare chiarezza
LE ULTIME ORE. Gli investigatori – le indagini sono portate avanti dal maggiore Edoardo Commandè del nucleo investigativo provinciale dell’Aquila dei carabinieri e dal capitano Florindo Basilico della compagnia di Sulmona – stanno ricostruendo le ultime ore di vita di Conti. A Sulmona, venerdì mattina, è andato in una tabaccheria in via De Nino, dove ha acquistato tre fogli, buste da lettera e un francobollo. Ha spedito qualche messaggio? Al momento sono stati trovati solo i fogli in auto. Anche la scelta del luogo non è casuale. Da sempre il generale amava fare lunghe passeggiate lungo la provinciale che da Sulmona sale verso Pacentro, chiusa da due anni e mezzo, in seguito a una frana nel marzo 2015. Il caso ha voluto che a trovarlo siano stati due forestali che avevano lavorato con Conti a Sulmona. L’auto, la pistola e i tre fogli sono stati sequestrati. Così come il telefonino che il generale ha lasciato a casa, certamente per evitare di essere intercettato durante gli spostamenti, l’iPad e le agendine. Ieri pomeriggio è stata eseguita l’autopsia dal medico legale Ildo Polidoro.
I FUNERALI. Camera ardente aperta anche questa mattina dalle 9 nell’aula d’udienza al pian terreno del tribunale di Sulmona. I funerali sono in programma oggi, lunedì 20 novembre, alle ore 15 nella chiesa di Santa Maria della Tomba, con avvio del corteo funebre da piazza Capograssi. È atteso Tullio Del Sette, comandante generale dell’Arma dei carabinieri.
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