CORONAVIRUS / ABRUZZO

Divieti, ecco il calendario da oggi fino al 6 aprile 

Cinque giorni in fascia arancione per 281 Comuni, restrizioni più severe negli altri 24 in "rosso Marsilio". Ma da sabato a lunedì di Pasqua scatta la stretta: prevista zona rossa in tutta la regione

Sono 281 i Comuni abruzzesi che da oggi a venerdì sono in zona arancione. Gli altri 24 hanno a che fare con le restrizioni da “zona rossa Marsilio”, ossia quelle misure maggiormente stringenti rispetto alle regole in vigore sul restante territorio regionale ma allo stesso tempo più leggere in confronto alla zona rossa prevista dal decreto Draghi. Poi per il weekend di Pasqua e la Pasquetta è prevista la stretta: zona rossa - quella più dura - su tutto il territorio regionale e nazionale per limitare la circolazione. Il 6 aprile le regioni, infine, tornano ognuna nella propria fascia di rischio, prima del nuovo decreto in vigore da mercoledì 7 aprile che esclude un ritorno in giallo.

DA OGGI AL 2 APRILE. L’Abruzzo è suddiviso tra zona arancione e “rosso Marsilio” nei 24 Comuni che presentano maggiori criticità sotto l’aspetto epidemiologico. In zona arancione è permesso spostarsi all’interno del proprio Comune tra le 5 e le 22. Gli spostamenti verso altre località (e quindi anche quelli verso altre Regioni/Province autonome) sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Nei 24 Comuni in rosso, invece, è vietato ogni spostamento, salvo che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute. Per quel che riguarda gli spostamenti verso le case di parenti e amici, la regola è la stessa sia in arancione che in “rosso Marsilio”: sono infatti consentite le visite una volta al giorno dentro il territorio comunale tra le 5 e le 22 nei limiti di due persone oltre ai figli minori di 14 anni e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi.

In arancione i negozi possono restare aperti ma nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati ad eccezione di farmacie, parafarmacie, lavanderie e tintorie, punti vendita di generi alimentari ed edicole. Restano invece chiusi in zona rossa i negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie, che devono quindi abbassare la saracinesca. Aperti tabaccai, edicole, farmacie e parafarmacie e negozi di generi alimentari.
Bar e ristoranti rimangono chiusi: possono lavorare solo con servizi di asporto e consegne a domicilio. Nello specifico l’asporto è consentito dalle 5 alle 18 senza restrizioni, dopo le 18 è vietato per i bar senza cucina ed esercizi simili (codice Ateco 56.3). La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti.
Aperti parrucchieri, barbieri e centri estetici, anche nei Comuni “in rosso Marsilio”, mentre sono sospese le attività di palestre e piscine così come quelle di cinema e teatri, che restano chiusi.

3, 4 E 5 APRILE. Il decreto prevede misure specifiche per limitare spostamenti e contatti durante le festività pasquali. E' zona rossa in tutta Italia, con regole ferree che però concedono la possibilità di spostarsi all’interno della regione una sola volta al giorno per raggiungere l’abitazione di parenti e amici dalle 5 alle 22. La deroga consente di muoversi in due con figli minori di 14 anni e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi. Le regole base per contenere il Covid comunque non cambiano. È fondamentale continuare a indossare la mascherina all’aperto e al chiuso ed è consigliato portarla anche nella propria abitazione qualora si ricevano persone non conviventi. Lo spostamento verso le seconde case è possibile, ma solo al nucleo familiare e a patto che siano disabitate. Tuttavia su questo tema diverse Regioni stanno prendendo dei provvedimenti ad hoc per evitare che nei giorni di vacanza possano crearsi assembramenti e rischi alla salute pubblica.

Niente pranzi di Pasqua nei ristoranti. Questi ultimi, infatti, come anche i bar restano chiusi. I pubblici esercizi sono aperti solo per asporto e consegne a casa. Chiusi negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie, oltre che parrucchieri, centri estetici e barbieri. E' possibile partecipare alla messa di Pasqua, purché nella chiesa vicino casa. L’accesso ai luoghi di culto è consentito, ma vanno evitati assembramenti e assicurata tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro. Possono essere inoltre raggiunti i luoghi di culto in occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità, e che si trovino lungo il percorso già previsto, in modo che, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, si possa esibire o rendere l’autodichiarazione prevista per lo spostamento lavorativo o di necessità.

E per chi tra un pranzo in famiglia e le uova di Pasqua non voglia farsi mancare un po’ di attività fisica, in questi tre giorni è consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione rispettando la distanza di almeno un metro da ogni altra persona e indossando dispositivi di protezione individuale. L’attività sportiva è permessa esclusivamente nell’ambito del territorio del proprio Comune, dalle 5 alle 22, in forma individuale e all’aperto, mantenendo la distanza interpersonale di due metri. Con la stretta in questi tre giorni salta anche il picnic della Pasquetta, che ovviamente non rientra tra i casi di necessità per cui è consentito uscire. Per il mondo della cultura sarà un’altra festività difficile con la chiusura di cinema e teatri.
IL 6 APRILE. Dopo i tre giorni pasquali il 6 aprile le regioni tornano per un giorno ognuna alle proprie fasce di rischio. Così si riproporranno le regole in base ai colori di appartenenza.

copyright il Centro