Donna uccisa a Spoltore: testimonianze in aula, “Voleva andarsene”
È quanto emerso dalle testimonianze rese in Corte d'Assise a Chieti nel processo a Mirko De Martinis, convivente di Alina Cozac per 16 anni
SPOLTORE. Voleva andare via di casa e lasciare il compagno Alina Cozac. Lo avrebbe fatto probabilmente dopo aver superato l'esame di guida e un'amica, che lei il giorno prima della morte cercò di contattare sette volte, era pronta ad ospitarla in casa sua a Teramo "perché per me era come una sorella, non l'avrei considerata un ospite". Alina che, una notte, sotto la pioggia, era scappata da casa spaventata, facendosi andare a prendere da un amico, perché era preoccupata dal comportamento del compagno che aveva una faccia stravolta, uno sguardo inquietante, ed aveva cominciato ad accusare lei di essere il male in quella casa, di portare il male in quella casa perché erano scomparsi dei cucchiaini e lui sosteneva che in quella casa ci doveva essere qualcosa di maligno, un'energia negativa.
È quanto fra l'altro emerso oggi dalle testimonianze rese in Corte d'Assise a Chieti nel processo a Mirko De Martinis, convivente di Cozac per 16 anni, finito a giudizio con l’accusa di averla strangolata in casa a Spoltore il 22 gennaio 2023. Un decesso che inizialmente sembrava da attribuire a cause naturali mentre l'autopsia, come già emerso durante il processo, ha rilevato infiltrazioni emorragiche "che sono segni evidenti di un traumatismo violento a livello del collo". Oggi la Corte ha sentito, fra l'altro, il consulente tecnico del pm che esaminò telefoni e pc della vittima e del compagno ricostruendo il traffico telefonico e recuperando dati, ma anche l'amica che era pronta ad ospitare Alina che a tratti ha raccontato in lacrime i momenti in cui apprese che, dopo, aver appreso della morte della donna, era "andata sotto shock".
L'amica ha anche riferito che Alina "per evitare problemi con Mirko cancellava alcuni messaggi perché si era accorta che lui le controllava il telefono in sua assenza". Mentre un amico con cui Cozac era andato a cena una sera di giugno del 2022 ha rievocato la telefonata "piuttosto aggressiva" che proprio quella sera la donna ricevette dal compagno.
La Cozac quella sera voleva andare dai carabinieri perché aveva paura di tornare a casa ma la stazione era chiusa e allora lei chiamò il 113 "però anche loro non l'hanno aiutata più di tanto - ha detto l'uomo - Io la accompagnai vicino casa e poi tornò da sola". La Corte oggi ha acquisito i verbali di sommarie informazioni resi dal personale del 118 che intervenne la notte del decesso nell'abitazione di Spoltore. Prossimo udienza il 28 gennaio 2025 per sentire altri testimoni.
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