PESCARA
Flaiano: la terna finalista di Narrativa, premio speciale a Carlo Verdone
Dario Ferrari “La ricreazione è finita”, Giuseppe Lupo “Tabacco Clan” e Maddalena Vaglio Tanet "Tornare dal Bosco", sono i primi tre finalisti del Premio Internazionale
PESCARA. Dario Ferrari “La ricreazione è finita” - Sellerio editore Palermo. È un trentenne viareggino, Marcello Gori, dottorando per caso dopo una laurea in Lettere e la ricerca di un lavoro per campare pur di non dar ragione al padre che lo vorrebbe erede del suo bar, il protagonista del romanzo di Dario Ferrari. Il romanzo, ben costruito per struttura e linguaggio, ricco di spunti letterari, si snoda tra passato e presente affrontando la realtà degli anni ’70. Giuseppe Lupo “Tabacco Clan” ed.Marsilio. Romanzo corale e generazionale Tabacco clan. Ugualmente brillante nella narrativa come nel giornalismo culturale e nella saggistica, Giuseppe Lupo racconta la singolare rimpatriata DI un gruppo di amici tutti provinciali che si sono conosciuti a Milano quaranta anni prima e si ritrovano per un matrimonio a Stresa nell’albergo dove pare abbia soggiornato Churchill e una sua amante. Maddalena Vaglio Tanet "Tornare dal bosco" edizioni Marsilio. Vaglio Tanet narra una storia di silenziose tragedie di provincia: il suicidio di una adolescente e la scomparsa, per giorni, della sua maestra che, sconvolta dalla notizia, come un automa si inoltra e scompare nel bosco. Intorno a questi eventi un brulicare di ipotesi, affanni, ricerche da parte dei paesani.
TERNA FINALISTA SEZIONE UNDER 35 PREMIO INTERNAZIONALE FLAIANO-BPER BANCA DI NARRATIVA
Edoardo Pisani, “E ogni anima su questa terra“ Ed. Castelvecchi. Un dramma affrontato con la poesia e la musica dei sentimenti. La follia, che lega empaticamente luoghi, personaggi e un gatto suicida, è filo conduttore di quest’opera scritta con grande passione, inquietudine e disarmante naturalezza, con stile oggettivo, a tratti istintivo, con trasposizioni di alcuni momenti (anche quelli più macabri) che paiono cesellature di un fine esecutore.
Nicola Cosentino: "Le tracce fantasma" Ed. Minimum Fax è un romanzo avvolgente e bellissimo. Racconta la vita di Valerio Scordìa, un giovane che viene dalla Sicilia, ha trentotto anni, vive a Milano e fa il critico musicale, alle spalle si porta dietro un passato di musicista con cui non ha fatto pace (“il successo del suo compagno di band Giacomo Irrera continua a infastidirlo”) e un amore finito che continua a perseguitarlo sotto forma di visioni (“ascoltando la musica e bevendo vede il passato di Anna con cui si è lasciato da tempo”). Beatrice Salvioni: “La malnata”ed. Einaudi. Monza, marzo 1936: sulla riva del Lambro, due ragazzine cercano di nascondere il cadavere di un uomo che ha appuntata sulla camicia una spilla con il fascio e il tricolore. Sono sconvolte e semisvestite. Sullo sfondo della guerra di Abissinia, del dolore per la perdita e degli scompigli dell’adolescenza, Francesca impara con lei a denunciare la sopraffazione e l’abuso di potere, soprattutto quello maschile, nonostante la riprovazione della comunità.
PREMIO FLAIANO SPECIALE DI NARRATIVA A CARLO VERDONE
Carlo Verdone, attore, regista, sceneggiatore, scrittore vince il Flaiano Speciale di Narrativa, per il suo ultimo libro" La carezza nella memoria, Ed. Bompiani". "Scritto durante il periodo più difficile per l’Italia dal dopoguerra, Carlo Verdone ci regala un libro che è già una sceneggiatura, scritta per un film che però ognuno di noi immagina e vede proiettato nella propria mente, attraverso ricordi, fotografie, lettere, ma soprattutto mediante la memoria dello scrittore che ripercorre la propria vita, di personaggio amato dal pubblico, ma anche di figlio e padre, con la capacità di avvicinarsi alla realtà con ironia ma anche con malinconica verità. Il mondo dei ricordi che si mischiano alla nostalgia, quella che non va via, che ti guarda e che ti tiene compagnia, costruisce la storia del narrato di familiari, amici, personaggi noti dello spettacolo e meno noti, ma anche di persone anonime che riescono a farci sorridere e ridere, ma anche commuovere e piangere, nell’unico modo in cui Carlo Verdone ci ha abituati, la sincerità, sottolinea la presidente dei Premi Internazionali Flaiano, Carla Tiboni".
La memoria è una scatola. Aprirla, guardare, ricordare, raccontare sono atti naturalmente concatenati in questa raccolta di storie e racconti di Carlo Verdone. L’attore e regista aveva già lavorato sulla memoria ne “La casa sopra i portici”, pubblicato da Bompiani nel 2012, ritornando nelle stanze della casa di famiglia e ascoltando le vicende evocate da quel luogo. Nel suo nuovo libro è il disordine delle immagini in cui si imbatte, immagini dal passato, ad accendere la narrazione. Ogni racconto è un momento di vita vissuta rivisitato dopo tanto tempo: dal legame col padre ai momenti preziosi condivisi con i figli, dai primi viaggi alla scoperta del mondo alle trasferte di lavoro, dalle amicizie romane a un delicato amore di gioventù. Ovunque, sempre, il gusto per l’osservazione della commedia umana, l’attenzione agli altri - come sono, come parlano, come si muovono - che nutre la creazione dei personaggi cinematografici, e uno sguardo acuto, partecipe, a tratti impietoso a tratti melanconico su Roma, sulla sua gente, sul mondo. Leggendo queste pagine si ride, si sorride, ci si commuove, si riflette; si torna indietro nel tempo, si viaggia su treni lentissimi con compagni di viaggio sorprendenti, si incontrano celebrità e persone comuni, ugualmente illuminate dallo sguardo di un artista e di un uomo da sempre attento, per indole, vocazione e professione, all’altro da sé .
PREMIO INTERNAZIONALE FLAIANO SPECIALE DI NARRATIVA A ADA D’ADAMO “ COME D’ARIA”
Il premio speciale per la narrativa della cinquantesima edizione del Premio Internazionale Flaiano di letteratura è stato assegnato ad Ada D’Adamo “Come D’Aria” edito da Elliott.
Il libro ripercorre il rapporto di una madre con le disabilità della figlia e la sua malattia, tra i reparti di oncologia. Un racconto sul dolore, sulla malattia e sul senso di impotenza , moltiplicati dai sistemi sanitari ed educativi che non sanno prendersi cura della fragilità, incapaci di includere. Secondo la motivazione della giuria, presieduta da Renato Minore e composta da Donatella Di Pietrantonio, Raffaello Palumbo Mosca, Fabio Bacà, Maria Rosaria La Morgia, Raffaele Manica, Elena Ledda e Giulia Alberico, è una autobiografica fino in fondo (chi l’ha scritto è scomparsa poco tempo dopo l’uscita del libro, avendo appena appreso di essere tra i dodici candidati allo Strega) che raggiunge il massimo di pertinenza e di verità, con una felicità di stile e di leggerezza. Per nulla pietoso e mai vittimistico, crudele e tenerissimo, con una radialità esatta e perturbante, irrorato da un vero stenografo dei sentimenti, lo straordinario racconto pulsa nella commozione del patire, interrogandosi sull’enigmatica natura della parola con cui ogni volta capita di interrogarsi intorno alle circostanze della vita, turbate dalla differenza del dolore.
PREMIO INTERNAZIONALE FLAIANO SPECIALE DI NARRATIVA ALLA CARRIERA A EDITH BRUCK
“ Per essere stata la testimonianza nel mondo attraverso la sua opera, che il male debba essere
vinto per non accecare più il genere umano e per aver saputo trasmettere un insegnamento così importante, privo di odio, a tutte le generazioni a cominciare dai giovani”. Scrittrice ungherese naturalizzata italiana (nata a Tiszabercel nel 1931). Reduce dell’Olocausto, sopravvissuta alla deportazione nei campi di concentramento di Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen, ha trascorso gran parte della sua vita a raccontare la terribile esperienza con la sua arte, gli scritti e portando la propria testimonianza presso scuole e università, per mantenere viva la memoria. Trasferitasi in Italia ne ha adottato la lingua. Edith Bruck ha collaborato con alcuni giornali, tra cui Il Tempo, il Corriere della Sera e Il Messaggero, occupandosi tra l’altro dei temi dell'identità ebraica e della politica di Israele. Il suo libro d’esordio è l’autobiografico Chi ti ama così del 1959. Dal volume di racconti Andremo in città (1962) Nelo Risi, con cui ha avuto un lungo sodalizio sentimentale e artistico, ha tratto l’omonimo film. Tra le altre opere si ricordano: Le sacre nozze (1969), Lettera alla madre (1988, Premio Rapallo), Nuda proprietà (1993), L'amore offeso (2002), Quanta stella c’è nel cielo (2009, Premio Viareggio), Il sogno rapito (2014), La rondine sul termosifone (2017), Ti lascio dormire (2019), Il pane perduto (2021, Premio Strega giovani, finalista al Premio Strega e Premio Viareggio-Rèpaci per la narrativa). È stata anche traduttrice, autrice teatrale e di poesie, sceneggiatrice e regista di tre film. Nel 2021 è stata insignita del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.