Gli imprenditori in corteo «Stop al mare sporco»
Cinque categorie della Confcommercio annunciano la protesta per il 15 febbraio Scarichi abusivi sversati nel fiume, riparte l’allarme all’altezza della Madonnina
PESCARA. Le pessime analisi del mare e del fiume spaventano le categorie produttive della città. Albergatori, esercenti e balneatori sono fortemente preoccupati per la prossima stagione estiva, che rischia di partire nel peggiore dei modi. Per questo motivo, la Confcommercio ha deciso di organizzare una protesta per lunedì 15 febbraio, alle 9,30.
Scenderanno in piazza ben cinque categorie aderenti all’associazione: Federalberghi, Sib-balneari, Fipe-pubblici esercizi, Silb-locali, Faita-campeggi. Tutte unite con la Confcommercio capofila del movimento battezzato «Vogliamo il mare pulito».
Sversamento nel fiume. Intanto, ieri è scattato di nuovo l’allarme, lanciato dagli ambientalisti, per uno sversamento nel fiume di uno scarico sospetto all’altezza della Madonnina. Sversamento già segnalato alcuni giorni fa proprio in quel punto. «Questo problema va affrontato in maniera energica», ha commentato il vice sindaco Enzo Del Vecchio, al termine di un sopralluogo alla Madonnina, «la Capitaneria di porto ha già effettuato dei prelievi. Abbiamo necessità di capire dall’Aca ciò che non funziona e di che natura sono gli scarichi. Per questo sto contattando i vertici dell’azienda acquedottistica per organizzare un incontro per domani mattina (oggi, ndr)». «La questione va affrontata subito», ha aggiunto il vice sindaco, «perché l’acqua del mare deve tornare balneabile, è una questione di primaria importanza per l’economia della città».
Fortemente critici, invece, gli ambientalisti. «A distanza di pochi giorni dalla nostra precedente denuncia», ha dichiarato Loredana Di Paola del Forum dell’acqua, «segnaliamo un nuovo impressionante scarico di liquami nel fiume Pescara, all’altezza della Madonnina, che speriamo questa volta il vice sindaco non voglia negare. Purtroppo è un fenomeno consueto a Pescara e non solo in quel tratto. Pescara, e non solo Pescara, presenta problemi strutturali come quello della mancata separazione di acque bianche e nere e, quindi, di sovraccarico delle reti fognarie che spesso sversano nel fiume, anche quando non piove». Ancora più duro l’ex consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo. «Ci sono responsabilità gravi dei politicanti», ha sottolineato, «i quali hanno gestito per un quindicennio il sistema idrico integrato (Aca e Ato) con incompetenza e voracità, alimentando sprechi, clientele e corruzione».
La protesta. La Confcommercio aveva già promosso lo scorso settembre il «Coordinamento permanente per la salute del nostro mare e dei nostri fiumi». Ora, dopo l’ennesimo allarme inquinamento emerso dalle ultime analisi dell’Arta di mare e fiume pubblicate ieri sul Centro, l’associazione ha deciso di confermare la protesta per il 15 febbraio.
«La situazione», ha detto il presidente della Confcommercio Franco Danelli, «si fa sempre più drammatica alla luce del fatto che la prossima stagione estiva si avvicina e i dati sulla qualità delle acque restano allarmanti». «Per questo motivo», ha spiegato, «dopo i tanti interventi fatti per conoscere la situazione dei depuratori e degli scarichi abusivi, riteniamo che sia giunto il momento di scendere in piazza con forza e per questo ci facciamo capofila del movimento delle associazioni che intendono unirsi al grido “Vogliamo il mare pulito”».
«Confermiamo, quindi», ha aggiunto Danelli, «la manifestazione del prossimo 15 febbraio che intende coinvolgere associazioni del turismo, del commercio e dei servizi, associazioni ambientaliste, comitati di cittadini e chiunque voglia aderire alla battaglia per il mare pulito». La manifestazione si concluderà all’auditorium Castellamare, in viale Bovio, dove la Confcommercio ha invitato ad intervenire l’amministrazione regionale e, in particolare, il presidente della giunta Luciano D’Alfonso. «Vogliamo sapere», ha concluso il presidente della Confcommercio, «cosa è stato fatto fino ad ora e cosa si intende fare da subito per salvaguardare sia l’economia, che gravita intorno alla balneabilità del mare, sia la salute pubblica».
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