I saldi non rilanciano gli acquisti: il commercio paga l’effetto Covid
La fotografia delle associazioni di categoria: vendite fino al 30 per cento in meno rispetto al 2019
PESCARA. L’effetto del Covid sulla spesa delle famiglie condiziona l’andamento dei saldi estivi. I timori economici per un nuovo lockdown in autunno, trainati dall’aumento dei contagi, si sommano al nuovo boom dello shopping online che, in questa estate anomala di convivenza con il virus, ha portato sempre più persone a fare acquisti da casa, preferendo il portale virtuale al negozio sotto casa. A una situazione già complicata si aggiunge, poi, la mancanza dei turisti stranieri in vacanza in città che ha finito per incidere negativamente su un comparto, quello dell’abbigliamento e delle calzature, che più degli altri sta risentendo del calo generalizzato delle vendite nel post pandemia.
A una settimana circa dalla chiusura dei saldi estivi e in vista della ripartenza di settembre, i responsabili delle associazioni di categoria tirano le somme di una stagione tutt’altro che rosea e provano a lanciare alcuni suggerimenti per rimettere in moto un settore che rappresenta il motore di Pescara. «Alcuni esercenti hanno retto, riuscendo a fidelizzare la clientela con iniziative particolari, ma sono l’eccezione perché la maggioranza lamenta perdite tra il 20 e il 30 per cento rispetto al 2019», evidenzia Fabrizio Vianale, direttore provinciale di Confartigianato, rimarcando anche i «motivi di natura psicologica» dietro la flessione degli acquisti. «Lo slittamento dei saldi il primo agosto», aggiunge Vianale, «è stato accolto positivamente poiché si tratta di una battaglia storica dei commercianti. Ma di certo non ci stanno aiutando le previsioni di terrore sui rischi di una nuova chiusura che da settimane rimbalzano sui media: non solo si riflettono sulla capacità di acquisto delle famiglie, ma anche sulle assunzioni e sugli investimenti delle aziende del territorio».
Secondo Gianni Taucci, direttore di Confesercenti, la situazione in generale appare «molto confusa» perché «l’abbigliamento è il settore che più di tutti sta risentendo della crisi creata dal Covid e dalla desertificazione causata dallo smart working». «Il saldo di agosto è stato debole», spiega Taucci, «perché già a luglio tutti i negozi avevano già effettuato vendite promozionali. Ad oggi se qualcuno ha registrata una piccola percentuale negativa rispetto agli incassi dello scorso anno, per altri invece è stata molto negativa. Tutto ciò influisce sul futuro di centinaia di imprese del territorio e quindi di centinaia di famiglie. Il commercio è il cuore di Pescara: se si indebolisce questo comparto, a catena crollano tutti gli altri». Di qui l’appello di Taucci a «comprare nei negozi di prossimità anziché su internet. Bisognerebbe sforzarsi a uscire di casa per fare acquisti e non fermarsi sui portali dell’e-commerce».
Un altro aspetto è evidenziato da Enzo D’Ottaviantonio, presidente di Federmoda-Confcommercio Pescara: «Sicuramente il bel tempo non ha dato una mano agli affari, visto che nei giorni centrali dell’estate i turisti hanno preferito il mare allo shopping. Lo scorso anno, con la perturbazione di Ferragosto, ci è andata meglio. La mancanza degli stranieri poi si è sentita. L’aver spostato in avanti i saldi non è stata una buona idea: in molti hanno comprato con le vendite promozionali di luglio». La grossa incognita riguarda l’autunno e l’inverno «poiché il lockdown ha ritardato la produzione e quindi la consegna della merce». Per David Piperno (18 metri quadri) il problema è «sul lungo periodo. Noi abbiamo lavoricchiato con una clientela fidelizzata e, nonostante la mancanza di eventi in centro, il movimento è stato sempre buono». Secondo Simone Sablone (Masi calzature) lo slittamento dei saldi è stato «positivo perché chi ha avuto bisogno di fare acquisti ne ha approfittato subito senza attendere gli sconti». «Occorrerebbe replicare anche con i saldi invernali», conclude, «poiché far iniziare le svendite a gennaio è troppo presto, si condizionano gli acquisti di Natale».
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