Il gip: «Funzionaria Mibac socialmente pericolosa»
Le motivazioni del carcere per la Mancinelli: è lei la destinataria della mazzetta Secondo il giudice la 56enne avezzanese potrebbe inquinare le prove
L’AQUILA. «Appare necessario procedere alla custodia cautelare in carcere in primis per la Mancinelli, vista la notevolissima pericolosità sociale (è lei la destinataria finale della somma di 10mila euro di cui si è accertata la dazione, prima tranche della somma complessiva di 190mila euro); e poi per la stessa, più che per Marchetti è evidente il pericolo di inquinamento delle prove all’interno della propria struttura amministrativa. Per il Cricchi e il Marchetti si presenta necessaria ma sufficiente la misura degli arresti domiciliari».
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale Giuseppe Romano Gargarella, colui che ha disposto gli arresti, non usa mezzi termini nell’indicare, stando agli atti, la dipendente del Mibac, ora sospesa in via cautelare dall’incarico, quale il personaggio più compromesso nell’inchiesta. Almeno sulla scorta degli atti. Per la verità, della Mancinelli non sembrava fidarsi nemmeno il figlio di Marchetti (non indagato), il quale nei suoi confronti non si esprime, in un’ intercettazione, in modo benevolo. «Alessandra», dice, «si sta a fà i c... suoi... adesso ho capito che lei non lavora come prima... però non capisco perché deve fare i danni agli altri.... ma soprattutto non mi è mai piaciuta perché ho un amico che mi ha detto che è pericolosa... infatti è pericolosa anche secondo me... anche se è potente... io la devo sopportare».
Che si tratti si una figura comunque ben introdotta lo si dimostra anche dal fatto che la 56enne ha ricoperto il ruolo di segretaria della commissione che ha aggiudicato i lavori per ristrutturare Palazzo Ardinghelli. La Mancinelli lavora negli uffici della Direzione regionale per i beni culturali all’Aquila ma è di Avezzano dove è molto conosciuta. Fu assunta giovanissima da una cooperativa e, fruendo della possibilità offerta dalla legge 285 del 1977, entrò del personale del ministero dei Beni culturali. Ha lavorato ad Avezzano per molti anni ed è stata in servizio anche nell’Archivio del Comune di Avezzano in via Albense 62 grazie a una convenzione sottoscritta tra l’ente e i Baas. Durante la sua esperienza con il Comune ha ottenuto la qualifica di archivista e si è laureata. Dopo il terremoto si è inserita in un gruppo di lavoro delegato alla ricostruzione e poi è entrata nella segreteria di Marchetti, ora compartecipe della disavventura giudiziaria.
Un altro avezzanese (originario del Canada) coinvolto i questa inchiesta è il compagno di vita della Mancinelli, Vincenzo Altorio, il quale è soltanto indagato. È titolare di una casa editrice con sede nella città marsicana e autore di un libro intitolato «Memento Aquila». In occasione dei 100 anni del terremoto nella Marsica ha chiesto all’istituzione fondata dal Comune il patrocinio per scrivere un trattato su quell’evento del 1915 sulla traccia della recente pubblicazione sul sisma aquilano. Appassionato di auto, per un certo periodo ha pubblicato una rivista che trattava il settore automobilistico. Altorio in questa inchiesta è accusato di turbativa d’asta. I due sono assistiti dagli avvocati Franco Colucci e Mario Flammini.
(ha collaborato
Magda Tirabassi)
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