Incidenti e cadute dopo le restrizioni: Ortopedia scoppia
Pazienti trasferiti, incrementate le ore di sala operatoria Albani (pronto soccorso): la gente è disabituata a muoversi
PESCARA. Scoppia il reparto di Ortopedia e Traumatologia del Santo Spirito. Con la ripresa della normalità, dopo i mesi di lockdown sono infatti schizzati alle stelle incidenti e cadute. E negli ultimi giorni sono stati talmente tanti i ricoveri, soprattutto per fratture di femori e politraumi della strada, che si sono dovuti dirottare o trasferire pazienti nei vicini ospedali di Penne, Popoli e Atri.
La direzione sanitaria fa sapere che è stato anche incrementato il numero di ore della sala operatoria. E quindi ancora più interventi chirurgici proprio per cercare di limitare al massimo i problemi e quindi per affrontare tutte quante le urgenze che si presentano. E a quanto pare sono numerosissime. Difficoltà, vista la situazione, ci sarebbero anche nell'accedere poi alle strutture di Riabilitazione.
Pieno zeppo il reparto di Ortopedia e di conseguenza il pronto soccorso, dove si stanno registrando anche 250-300 accessi al giorno. «Nell’ultimo periodo», spiega il primario Alberto Albani, «abbiamo un numero di pazienti elevatissimo. Il pronto soccorso si trova con un sovraccarico da dover gestire. Subito dopo il Covid anziché avere una pausa, c'è stato l’assalto soprattutto di persone anziane, per mesi bloccate in casa con un’assistenza ridotta rispetto al periodo pre pandemico, che hanno visto aggravarsi le loro patologie. Ma non si tratta solo di anziani. Attualmente», va avanti Albani, «abbiamo a che fare con tantissimi traumi che riguardano tutte le fasce d'età. Dopo il lungo periodo di restrizioni, la gente forse si è disabituata a stare all'aria aperta e a muoversi. Il risultato? Incidenti e cadute anche mentre si cammina a piedi da soli, in bici, in moto». Per non parlare degli incidenti domestici e di quelli agricoli. Insomma, di tutto e di più. «La conseguenza», sottolinea il primario, «è che non ci sono più posti letto disponibili in Ortopedia e Traumatologia. Una situazione, questa, che si riscontra un po' in tutte le strutture della regione, ma in particolare a Pescara. Al momento ci troviamo a gestire i traumi con grande difficoltà proprio per l’aumento notevole che si registra. Non sappiamo più dove metterli».
Un incremento che, nel periodo estivo c’è sempre, ma stavolta evidentemente più del solito. A risentirne sono anche gli operatori, medici ed infermieri del 118 costretti a fare i salti mortali per far fronte a tutte le richieste e alle decine e decine di interventi. «Ripeto», dice Albani, «per tutti noi, dopo i mesi e le settimane alle prese con il Covid, non c'è stata nessuna pausa. Siamo passati da un’emergenza a un’altra». Oltre all’Ortopedia, considerando l'elevata affluenza di anziani con patologie, pieno anche il reparto di Geriatria. E questa non è una novità.
«Ma rispetto al passato», sottolinea Albani», la situazione è meno critica. Adesso sono aumentati i posti a disposizione e quindi non c'è più bisogno di sistemare i letti lungo i corridoi». L’appello, proprio alla luce dell’elevato numero di accessi, è sempre lo stesso. Ossia di ricorrere all'ospedale solo nei casi di reale necessità. «Ci sono tanti pazienti», torna a ripetere Albani, «che potrebbero ricevere le stesse cure e attenzioni dal proprio medico di famiglia o nelle strutture del territorio. Fra l'altro, facendo meno file». Altro invito è quello di muoversi o fare attività fisica con le dovute attenzioni se si è poco allenati.
La direzione sanitaria fa sapere che è stato anche incrementato il numero di ore della sala operatoria. E quindi ancora più interventi chirurgici proprio per cercare di limitare al massimo i problemi e quindi per affrontare tutte quante le urgenze che si presentano. E a quanto pare sono numerosissime. Difficoltà, vista la situazione, ci sarebbero anche nell'accedere poi alle strutture di Riabilitazione.
Pieno zeppo il reparto di Ortopedia e di conseguenza il pronto soccorso, dove si stanno registrando anche 250-300 accessi al giorno. «Nell’ultimo periodo», spiega il primario Alberto Albani, «abbiamo un numero di pazienti elevatissimo. Il pronto soccorso si trova con un sovraccarico da dover gestire. Subito dopo il Covid anziché avere una pausa, c'è stato l’assalto soprattutto di persone anziane, per mesi bloccate in casa con un’assistenza ridotta rispetto al periodo pre pandemico, che hanno visto aggravarsi le loro patologie. Ma non si tratta solo di anziani. Attualmente», va avanti Albani, «abbiamo a che fare con tantissimi traumi che riguardano tutte le fasce d'età. Dopo il lungo periodo di restrizioni, la gente forse si è disabituata a stare all'aria aperta e a muoversi. Il risultato? Incidenti e cadute anche mentre si cammina a piedi da soli, in bici, in moto». Per non parlare degli incidenti domestici e di quelli agricoli. Insomma, di tutto e di più. «La conseguenza», sottolinea il primario, «è che non ci sono più posti letto disponibili in Ortopedia e Traumatologia. Una situazione, questa, che si riscontra un po' in tutte le strutture della regione, ma in particolare a Pescara. Al momento ci troviamo a gestire i traumi con grande difficoltà proprio per l’aumento notevole che si registra. Non sappiamo più dove metterli».
Un incremento che, nel periodo estivo c’è sempre, ma stavolta evidentemente più del solito. A risentirne sono anche gli operatori, medici ed infermieri del 118 costretti a fare i salti mortali per far fronte a tutte le richieste e alle decine e decine di interventi. «Ripeto», dice Albani, «per tutti noi, dopo i mesi e le settimane alle prese con il Covid, non c'è stata nessuna pausa. Siamo passati da un’emergenza a un’altra». Oltre all’Ortopedia, considerando l'elevata affluenza di anziani con patologie, pieno anche il reparto di Geriatria. E questa non è una novità.
«Ma rispetto al passato», sottolinea Albani», la situazione è meno critica. Adesso sono aumentati i posti a disposizione e quindi non c'è più bisogno di sistemare i letti lungo i corridoi». L’appello, proprio alla luce dell’elevato numero di accessi, è sempre lo stesso. Ossia di ricorrere all'ospedale solo nei casi di reale necessità. «Ci sono tanti pazienti», torna a ripetere Albani, «che potrebbero ricevere le stesse cure e attenzioni dal proprio medico di famiglia o nelle strutture del territorio. Fra l'altro, facendo meno file». Altro invito è quello di muoversi o fare attività fisica con le dovute attenzioni se si è poco allenati.