L’Abetina di Rosello diverrà primo Bosco vetusto d’Italia
Durante l’incontro sulla riserva individuato anche il secondo albero più alto del Paese Il vicepresidente della Regione, Imprudente: «Un fiore all’occhiello del nostro territorio»
PESCARA. Tre parchi nazionali, tra cui il Parco Nazionale d’Abruzzo, il più antico d’Italia, e il Parco della Majella, con la sua flora unica, ricca di specie endemiche e rare. Aree protette che si snodano tra il mare e le montagne più alte della catena appenninica, abbracciando territori diversi tra loro e una straordinaria varietà di flora e fauna. L’Abruzzo regione-scrigno della biodiversità, territorio ideale per festeggiare, come ogni 24 maggio fin dal 1999, la Giornata Europea dei Parchi, un’occasione per riflettere sul rapporto tra uomo e natura, argomento sempre più attuale di fronte a sfide come cambiamenti climatici, inquinamento e perdita di habitat naturali. Una tematica quanto mai attuale testimoniata dai tragici allagamenti in Romagna e dal difficile equilibrio tra fauna e umani sfociato da una parte negli avvelenamenti di nove lupi e quattro grifoni nei parchi abruzzesi e dall’altra nei pericolosi incontri ravvicinati con animali selvatici.
Proprio in occasione della Giornata dei Parchi, ieri e oggi la Riserva naturale di Rosello è sede del primo Workshop nazionale "La rete dei boschi vetusti d’Italia". Una location ideale, visto che l'Abetina di Rosello, con la sua rara foresta di secolari abeti bianchi della specie abies alba diventerà il primo “bosco vetusto” a essere riconosciuto ufficialmente in Europa.
UN WORKSHOP SUI
BOSCHI VETUSTI A ROSELLO
Il workshop è organizzato dal Servizio foreste e parchi dell’assessorato all’Agricoltura della Regione e dalla Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, con la partecipazione del vicepresidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente, del sindaco di Rosello, Alessio Monaco, della direttrice della Direzione dell’economia montana e delle foreste Alessandra Stefani. Coinvolti nell’evento tecnici da tutta Italia, in una due giorni di lavori per censire e inserire in rete tutti i boschi vetusti presenti sul territorio nazionale.
ALL’ABETINA IL SECONDO
ALBERO PIù ALTO D’ITALIA
Ieri gli esperti arboricoltori, agronomi e tree-climbers friulani del team SuPerAlberi hanno effettuato le misurazioni degli abeti di Rosello, certificando che nell’Abetina si trova il secondo albero autoctono più alto d’Italia, dopo l’altro esemplare di conifera, una Douglasia, della foresta di Vallombrosa, in Toscana.
«Uno splendido esemplare di abete bianco di 50 metri», spiega il vice presidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, a Rosello per inaugurare il workshop. «L’albero sarà il fiore all’occhiello del nostro immenso patrimonio verde e siamo felici di averlo inserito, insieme al primo bosco vetusto d’Italia, in una rete nazionale che valorizzerà e tutelerà ancora di più la ricca biodiversità di questi luoghi di straordinaria bellezza».
La misurazione è stata fatta con il metodo “direct tape drop”, effettuato salendo in cima all’albero stesso e misurandone l’altezza fino al suolo. Un’operazione decisamente spettacolare che ha portato all’importante certificazione dell’albero di Rosello.
A ROSELLO IL PRIMO
BOSCO VETUSTO D’ITALIA
L’Abetina sarà, dunque, il primo Bosco vetusto d’Italia e d’Europa. Un bosco, cioè, abitata di alberi secolari di dimensioni imponenti; un’area spesso incontaminata con minima interferenza umana, preziosa per la stabilità e la resilienza ecologica e per l’altissima biodiversità. Queste foreste offrono habitat vitali per molte specie rare e minacciate, inclusi muschi, licheni, funghi, insetti, uccelli e mammiferi. Un patrimonio ecologico unico che l’anno scorso fu al centro di una polemica, quando uno degli abeti secolari sembrò destinato a fare da albero di Natale in piazza San Pietro. Contro l'abbattimento del maestoso abete centenario, alto oltre 30 metri, si schierò anche il Wwf e non se ne fece nulla.
«Eventi come quello di oggi testimoniano l'attenzione della Regione verso le politiche di tutela ambientale e di promozione di uno sviluppo territoriale sostenibile. Abbiamo rimesso al centro l'inestimabile valore del patrimonio forestale», ha dichiarato Imprudente, ricordando gli interventi, inseriti nel Piano di sviluppo rurale (Psr), a favore della forestazione sostenibile».
Oggi il workshop prosegue con i lavori del gruppo di lavoro Boschi Vetusti della Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale.
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