PESCARA
Lettera di un popolo che muore / VIDEO
Gli italo-venezuelani lanciano un appello attraverso il Centro
PESCARA. Venezuelani e italiani mobilitati con flash mob in vari punti della città di Pescara, a partire da piazza Unione e nelle redazioni dei principali media della regione. Obiettivo della manifestazione, sollecitare la comunità internazionale, e in particolare il governo italiano, a prendere atto della gravissima crisi umanitaria in corso nel Venezuela.
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«Il Paese è oramai allo stremo. La situazione va oltre alla miseria che il regime chavista ha portato in una delle zone più ricche del mondo: la carenza di beni di prima necessità», ripetono gli italo-venezuelani per descrivere il dramma epocale in corso. «Situazione aggravata dal blackout che, da giovedì scorso, interessa l’intero Paese, provocando danni incalcolabili in un Venezuela già martoriato. Sono centinaia i morti negli ospedali. Mancano acqua e attrezzature nei reparti di Rianimazione che, senza energia elettrica, sono oramai spenti. Per di più c’è forte carenza anche del gasolio, quindi si è spesso impossibilità di attivare i gruppi elettrogeni. La richiesta urgente di un intervento internazionale di peace keeping è ormai indifferibile in un Paese in preda a un orribile conflitto, uno scontro impari, dove il popolo inerme subìsce un regime che non colpisce più solo nelle piazze, dove scendono i manifestanti mossi dalla disperazione, ma perseguita e reprime anche dentro le mura di casa. È una repressione che miete innumerevoli vittime tra i malati e, in particolare, tra le fasce più deboli: anziani e bambini». E ancora: «La consistente presenza di concittadini italiani nel territorio venezuelano. Sono uomini e donne che patiscono e che si trovano impossibilitati a fare ritorno in Italia». Questo pomeriggio, una delegazione di italo-venezuelani ha consegnato una lettera indirizzata ai direttori di giornali e tv locali. Dopo un raduno, in piazza Unione, il gruppo si è presentato nella redazione del Centro, in via Tiburtina. Consegnata la lettera-appello al direttore del quotidiano dell'Abruzzo, Piero Anchino, i venezuelani e gli italiani si sono rimessi in marcia per tornare in piazza Unione e poi raggiungere le redazioni delle altre testate giornalistiche regionali.
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