Lumini alle finestre Così nelle abitazioni splende la speranza
L'AQUILA. «Questa notte sarà una lunga notte... il silenzio farà da padrone a questo dolore che mai passerà... al dolore della nostra anima... le macerie di quella notte sono oggi le macerie del mio...
L'AQUILA. «Questa notte sarà una lunga notte... il silenzio farà da padrone a questo dolore che mai passerà... al dolore della nostra anima... le macerie di quella notte sono oggi le macerie del mio cuore...». La professoressa Manuela Ferrini affida alla sua bacheca una riflessione personale che accompagna la foto di sei lumini accesi sul davanzale di una finestra. Ha accolto così l’invito del sindaco Pierluigi Biondi e dei familiari delle vittime ad accendere una “luce di speranza” dentro casa. Un appello raccolto da moltissimi e in particolare dai rappresentanti del coordinamento nazionale “Noi non dimentichiamo”, una rete che raccoglie in tutta Italia diciotto tra associazioni e comitati di familiari delle vittime di alcune tra le principali tragedie avvenute nel Paese negli ultimi anni. In tanti, aquilani e non, hanno scelto di modificare temporaneamente l'immagine di profilo Facebook aggiungendo una cornice con scritto "Accendi la tua luce, 6 aprile. L'Aquila abbraccia l'Italia", con una grafica realizzata e condivisa dall'amministrazione comunale. Molto altro, purtroppo, non si è potuto fare. Le migliaia di fiaccole che riempivano via XX Settembre sono rimaste inutilizzate per il secondo anno di fila. Nonostante le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, il comitato dei familiari delle vittime del sisma intende comunque organizzare un momento concreto di condivisione. A partire da oggi, L’Aquila tornerà ad essere in zona arancione. Di qui la possibilità di raggiungere l’area antistante il Parco della memoria, in piazzale Paoli. Lì c’è un telo bianco con i nomi delle vittime. «Chi vorrà», è stato proposto, «potrà lasciare viole o primule che verranno messe poi a dimora». Ieri sera qualche lumino è stato posto a ridosso del piazzale, lì dove bandiere, foto e scritte ricordano alcune vittime. Come Vasileios Koufolias, giovane greco iscritto al corso di laurea in Ingegneria meccanica. Le lacrime e la disperazione di sua madre inconfondibili nelle fiaccolate degli anni scorsi. Da due anni, quell'angolo è rimasto avvolto in un silenzio ancora più straziante. (fab.i.)