PESCARA
No tampone, niente operazione: presentata la denuncia. Ma la Asl replica: ecco le regole
Il caso della donna rimandata a casa dall'ospedale. IlCentro.it interpella la direzione sanitaria che conferma il modus operandi e allega le disposizioni
PESCARA. Sfocia nella denuncia il caso dell'operazione chirurgica negata in ospedale perché la paziente non si è voluta fare il tampone covid. A depositarla in Procura è stata l’associazione Avvocati Liberi United Lawyer for Freedom, tramite l'avvocato Angelo Di Lorenzo che assiste la donna. Nella querela si parla di avere impedito la prestazione sanitaria al rifiuto del tampone oro-faringeo. Ipotizzata l'omissione di atti d’ufficio, gli avvocati stanno valutando anche l’ipotesi di violenza privata.
Il fatto risale a un mese fa quando la donna doveva sottoporsi a intervento nel reparto di Otorino dell'ospedale.
Su sollecitazione del raggruppamento di associazioni territoriali di Ita.LIi - con il contributo del prof. Gianfrancesco Vecchio e dell’avvocato Giulio Marini - si era mossa la Regione Abruzzo chiedendo una relazione alla Asl.
IlCentro.it ha avuto modo di interpellare la Asl sulla questione, domandando se rispondesse al vero quanto denunciato e soprattutto qual è la pratica adottata negli ospedali per eseguire le operazioni chirurgiche: tutti i pazienti che devono essere operati devono sottoporsi a tampone covid?
La risposta è arrivata dal direttore medico Valterio Fortunato allegando anche una nota del 13 gennaio 2021. Nella nota la direzione sanitaria richiede il tampone faringeo a tutti i pazienti che devono accedere al blocco operatorio, tampone che dev'essere effettuato nelle 48 ore precedenti. A sostegno di questo modus operandi, la direzione sanitaria indica nella risposta la disposizione con la quale l'ex direttore sanitario pro tempore Antonio Caponetti il 22 agosto 2023 dispone la necessità del tampone antigenico per i ricoveri ordinari: "Inoltre il ministero della Salute con nota dell'8 settembre 2023 ha confermato l'effettuazione di test diagnostici per Sars-Covid in caso di accesso in Pronto soccorso e per ricovero nelle strutture sanitarie, socio sanitarie e residenziali".
In definitiva, secondo queste regole, tutti i pazienti che devono essere operati e/o ricoverati e/o che entrano in Pronto soccorso devono effettuare il tampone.
Franziska Elstner, presidente del sindacato D'Azione, ribatte: “La questione è aperta, il caso della signora ci rappresenta tutti, è una questione di ripristino del diritto, cioè superare la logica dell'emergenza".
Conclude Nico Liberati, segretario generale - Comitato nazionale- #DifesaMinori: ”Fiducia nelle istituzioni, ma servono scelte autorevoli e non autoritarie, siamo certi che l’assessore Verì ed il presidente Marsilio sapranno regolamentare gli accessi alle prestazioni, impedendo a chicchessia di compiere scelte arbitrarie".
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