Papà e mamma Verratti: emozione infinita

16 Giugno 2014

Manoppello scende in piazza per l’esordio del calciatore. Lo zio: è un fuoriclasse, andrà lontano

MANOPPELLO. Manoppello ha gioito, poi sofferto e alla fine esultato per la Nazionale e per il suo Marco Verratti. Davanti al maxischermo in piazza Garibaldi, accanto al bar Italia, tutti hanno fatto attenzione a tenersi stretti i posti occupati con ore di anticipo. Anziché starsene a casa, i manoppellesi hanno preferito guardare Italia-Inghilterra tutti insieme per seguire il proprio beniamino, quel Verratti che finalmente è partito titolare e ha avuto l’impegnativo compito di affiancare Pirlo nella regia.

Tanti i giovanissimi nelle prime file: quei ragazzi militano nel Manoppelo Arabona, la società dove è cresciuto Verratti ora diventato il loro idolo. Seduto tra loro il papà di Marco, Fabrizio, bombardato di domande da parte dei fan sulla vita di Marco, curiosi di sapere quando tornerà a Manoppello la prossima volta. «Vogliamo farci raccontare le vicende intime del campionato del mondo», hanno confidato i ragazzi a papà Verratti, «ciò che noi non vediamo e non possiamo capire dalla televisione». Papà Fabrizio non è riuscito a trattenere le lacrime: «Per la prima volta ho visto Marco teso ed emozionato, lui che non ha mai temuto i confronti ad alto livello, ma evidentemente il clima del mondiale e l’inno di Mameli gli devono aver giocato un brutto scherzo. Ma è durato un attimo, poi è tornato quello di sempre, sicuro, disciplinato e bravo a giocare una infinità di palloni senza sbagliarne uno ed è stato suo il passaggio a Marchisio che ha fruttato il primo gol degli azzurri. Dire che sono strafelice è dire poco».

La mamma di Verratti, Lidia Cremonese, ha visto la partita nella pizzeria Masa: «Il mio cuore si è riempito di gioia. Vedere Marco in campo con quella naturalezza mi ha riempito d’orgoglio perché lui nonostante tutto è rimasto il ragazzo semplice di sempre. Durante l’inno d’Italia era un po’ teso. Poi, una volta iniziata la gara, l’ho visto sereno e a suo agio. Lui è tranquillo al contrario della mamma che si emoziona subito». Accanto alla signora Lidia, gli ex allenatori di Marco: «Li ho voluti accanto quasi per sentirmi più protetta. È stata una serata speciale. Ho voluto dividere questi momenti indimenticabili con i nostri amici e con chi ha fatto crescere Marco. Il mio cuore si è riempito di gioia. Vedere Marco in campo con quella naturalezza mi ha riempito d’orgoglio perché lui nonostante tutto è rimasto il ragazzo semplice di sempre».

Ottimo calciatore da giovane, Luciano Mengoli, zio di Lidia, è felice per i passi del nipote: «A 21 anni, giocare a quei livelli, contro una delle migliori squadre al mondo non è facile per nessuno, ma Marco è un autentico fuoriclasse. Per lui», la facile previsione della zio, «si profila una carriera luminosa».

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