Pescara, cittadini allarmati: traffico di droga e prostituzione in via Tavo
Nella segnalazione anonima, il residente ha denunciato giro di droga e prostituzione ma anche l'assenza totale di videosorveglianza lì dove sorge lo “slargo della vergogna”
PESCARA. Dopo i racconti di via Imele e dello “slargo della vergogna”, un altro residente denuncia la situazione dello spiazzo, di proprietà del Comune, su via Tavo: “I palazzi in quella strada vengono sfruttati per la produzione di droghe sintetiche, ci sono stock di modesti quantitativi di droga che vengono presi e spostati intercettando via Tavo”, racconta il cittadino, che parla di un “via vai ininterrotto di persone, soprattutto extracomunitari, che consegnano e consumano droga”. Ad essere attenzionato è proprio lo spiazzo di erba incolta che da via Tavo guarda a via Lago dell’Anetra e che sarebbe divenuto, nel corso degli anni, un fortino per spaccio e consumo di droga e prostituzione.
“Quella proprietà deve essere recintata, lì si verificano reati in continuazione, c’è un certo quantitativo di prostitute ridotte in condizioni disumane, che si prostituiscono per comprare, con quei pochi soldi, proprio le droghe che vengono messe in commercio lì, in quella proprietà”, afferma il residente.
E sulle telecamere già richieste dalle precedenti segnalazioni: “La situazione è paradossale perché c’è un palo che durante l’esistenza del Ferro di cavallo supportava ben tre telecamere di controllo, una delle quali abbattuta con un bastone, tempo fa, da alcune persone. Dunque basterebbe metterne una su un palo già esistente e dove ce ne sono già altre due, che però non puntano su quel terreno che segnalavo”.
Il progetto di rinascita dell’ex Ferro di cavallo prevede nuove case popolari di proprietà dell’Ater, con la fine dei lavori promessa per il prossimo settembre: “Quando il Ferro di cavallo è stato spianato dopo l’abbattimento”, conclude il residente, “c’è stata una manifestazione del centrodestra in cui si sono decantate tutte le meraviglie del loro operato. La realtà è che la riqualificazione promessa è lontana, mentre basterebbe un lavoro minimale che potrebbe ridare qualità della vita a una zona depauperata da decenni”.
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