Pescara: in carcere per spaccio, usura, estorsione e furti ma con il reddito di cittadinanza / VIDEO
Denunciati in 14 dalla guardia di finanza sottoposti a misure restritive e/o con conviventi agli arresti
PESCARA. Sono detenuti in carcere, agli arresti domiciliari o sottoposti ad altre misure cautelari per reati che vanno dallo spaccio all'usura, estorsione e furto. Però prendono il reddito di cittadinanza. E' lo quanto ha scoperto la guardia di finanza che ha fatto scattare 14 denunce per aver fornito dichiarazioni false e omesso informazioni. L’importo complessivo delle somme indebitamente elargite dall’Inps ammonta a 95.616 euro. Che ora dovranno essere recuperate.
LO SCANDALO. Le indagini sono state avviate dal Comando provinciale di Pescara delle fiamme gialle sulla concessione del sostegno economico alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale. Una misura di contrasto subordinata ad una serie di requisiti reddituali, patrimoniali nonché di compatibilità che i nuclei familiari devono possedere cumulativamente al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell'erogazione del beneficio.
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Fra i requisiti di compatibilità, è prevista l’assenza di uno stato di detenzione e, più in generale, di sottoposizione a misure cautelari personali di chi ne fa richiesta. Se poi ad essere sottoposto a detenzione è un componente del nucleo familiare del richiedente, allora il sostegno economico è ridotto secondo parametri prefissati nella norma.
La Finanza ha invece scoperto che in 14, dall’entrata in vigore del provvedimento e malgrado fossero stati sottoposti a misure cautelari personali, avevano percepito lo stesso il reddito di cittadinanza o non avevano comunicato che erano nel frattempo stati arrestati familiari conviventi.
Tutte le posizioni illecite fatte emergere dai finanzieri sono state denunciate anche all’Inps per la revoca e il recupero del beneficio economico.
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