Poste, vertice per salvare il Centro meccanizzato
Sospiri si rivolge al senatore Pdl Gasparri per un incontro con l’azienda «Servono garanzie per il futuro dei 153 lavoratori a rischio»
PESCARA. Cresce il numero delle iniziative politiche per cercare di salvare 153 posti di lavoro al Centro di meccanizzazione postale. La riorganizzazione, annunciata da Poste italiane per la struttura di via Alessandro Volta, suscita forti preoccupazioni tra i sindacati e i politici locali. Ieri il consigliere comunale e regionale del Pdl Lorenzo Sospiri ha scritto al capogruppo al Senato del suo partito Maurizio Gasparri, per chiedergli di organizzare un incontro con i vertici di Poste.
«È come se ci fosse stata annunciata la chiusura di un’azienda di 150 dipendenti, senza alcun preavviso o preallerta di crisi», ha detto Sospiri, «i dipendenti, probabilmente, non rischieranno il licenziamento, ma sicuramente saranno costretti a una radicale mobilità sul territorio, senza considerare cosa significherebbe per Pescara chiudere il Centro meccanizzato delle Poste, un centro di smistamento della corrispondenza che oggi opera 24 ore su 24, con una competenza sul territorio di valenza interregionale».
«Per Pescara», ha proseguito, «si tratterebbe di uno scippo in piena regola che, però, non siamo disposti a consentire».
«Per tale ragione», ha rivelato il consigliere, «appena appresa la notizia, ho inviato una lettera urgente al senatore Gasparri, ex ministro delle Poste, per sollecitare, suo tramite, un incontro con l’amministratore delegato di Poste italiane. Incontro da tenere assolutamente prima di Natale, a Roma, in cui chiederemo di rivelare ciò che si cela dietro tale vicenda, cioè se il Centro meccanizzato postale rischia un ridimensionamento o meno». «Se il piano di riorganizzazione dovesse essere confermato», ha concluso, «annuncio sin d’ora che il Pdl è pronto ad intraprendere una battaglia istituzionale per impedire la chiusura della struttura». Martedì scorso, è intervenuto anche il capogruppo del Pd in Provincia Antonio Di Marco per sollecitare una presa di posizione della giunta e del consiglio provinciale.
L’allarme è partito domenica scorsa dai sindacati di categoria e dal consigliere di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo. «La riorganizzazione di Poste penalizzerebbe fortemente il Centro meccanizzato di Pescara», ha avvertito Acerbo, «la struttura, che occupa 234 lavoratori, dovrebbe trasformarsi in un centro prioritario con una riduzione drastica del personale, che dovrebbe scendere a 81 unità».
©RIPRODUZIONE RISERVATA