GUERRA UCRAINA
Profughi, accoglienza nelle case: dall’Abruzzo nessuna richiesta
Scaduto il bando nazionale per reti di associazioni e privati, non risultano candidature: "Ma il lavoro fatto non andrà sprecato"
PESCARA. L’Abruzzo resta fuori dal nuovo sistema della “accoglienza diffusa” dei profughi ucraini. Non risultano infatti progetti presentati da reti di associazioni, enti del Terzo Settore e cittadini per partecipare al bando della Protezione civile nazionale, in scadenza questa sera.
A essere finanziati con un rimborso massimo di 33 euro al giorno per ogni rifugiato, sarà l’ospitalità e il supporto di progetti di accoglienza che siano alternativi a quelli pubblici dei sistemi Cas e Sai.
«L’Abruzzo si è attivato, abbiamo anche convocato un tavolo con i rappresentanti del Forum del Terzo Settore e del Centro Servizi Volontariato regionale», dice Mauro Casinghini (nella foto in basso) direttore della Protezione civile abruzzese, «in quella occasione i rappresentanti ci hanno segnalato criticità nelle tempistiche troppo strette per avere i requisiti – a partire da quello di almeno 300 alloggi disponibili – per partecipare al bando».
Continua Casinghini: «L’accoglienza diffusa e i contributi da 300 euro al mese per l’autonoma sistemazione degli ucraini – la cui piattaforma di accesso sarà attivata nei prossimi giorni – sono soluzioni di un pacchetto della Protezione civile che confidiamo possa alleggerire la pressione sugli hotel. Al momento, in Abruzzo sono circa 1.900 gli ucraini ospitati nelle strutture ricettive: per loro è scomodo vivere in albergo e sarebbe preferibile un altro tipo di struttura, mentre nelle prossime settimane la loro presenza, soprattutto se dovesse crescere nei numeri, potrebbe condizionare l’avvio della stagione turistica».
Poi ancora sulla situazione attuale: «Al momento, ad ogni modo, il flusso degli arrivi si mantiene costante e di una dimensione gestibile. Non vediamo picchi». Proprio secondo il bollettino di ieri della Protezione civile regionale, in Abruzzo sono stati accolti 4.848 profughi ucraini, di cui 1.198 minori. Il record è del Teramano (1.672), poi il Pescarese (1.431), l’Aquilano (1.011) e il Chietino (734).
CORSA CONTRO IL TEMPO
«Le difficoltà sono molte, trovare tante piccole realtà associative in grado di mettere a disposizione complessivamente 300 alloggi tramite i loro soci e i loro contatti privati, oltre a tutti gli altri servizi necessari, si è rivelata un’impresa davvero ardua», spiega Casto Di Bonaventura, presidente del Csv Abruzzo, che conferma l’assenza di candidature avanzate in regione e annuncia di aver chiesto una proroga delle tempistiche: Aalcune associazioni si sono fatte avanti, ma non avevano i requisiti richiesti (tra i quali, avere almeno 300 alloggi a disposizione per ricevere il contributo da 33 euro al giorno per ogni rifugiato, ndr). Anche perché i tempi erano molto stretti. Quelli che ci hanno provato, sono stati indirizzati da noi verso le realtà più grandi, come la Caritas o l’Arci, con cui potranno comunque lavorare per l’accoglienza. Altre associazioni ancora si rivolgeranno alla prefettura. Ma l’accoglienza, in Abruzzo, non si è fermata». Il lavoro fatto non sarà comunque sprecato: secondo Di Bonaventura il bando ha dato una spinta nell’organizzazione di una rete di cooperazione tra le associazioni e con le istituzioni, che potrà essere utile in questa come in tante altre emergenze.
L’AIUTO AI BIMBI MALATI
Nel frattempo il direttore della Protezione civile regionale Casinghini dà notizia anche di un’altra operazione di recupero, accoglienza, assistenza e cura di bambini ucraini malati, che impegnerà direttamente l’Abruzzo attraverso la struttura Cross.
Questa mattina è partito un volo con operatori sanitari del Teramano diretto verso la Polonia. Lì saranno presi in consegna cinque minori sfortunati (e quattro loro accompagnatori) in fuga dalla guerra, che saranno trasferiti in strutture ospedaliere italiane. Uno di loro sarà accolto in Abruzzo e sarà assistito e preso in cura dall’ospedale di Pescara.
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