LA RICORRENZA

San Giuliano, 20 anni dopo il ricordo dei piccoli angeli / VIDEO

Cerimonia nel paese del Molise per la tragedia del crollo della scuola Jovine: "Questa lezione non è stata capita, l'Abruzzo ci è molto vicino"

SAN GIULIANO DI PUGLIA.  Silenzio, dolore, ricordo. Si apre con un lungo corteo, le fiaccole e la comunità riunita nel cimitero di San Giuliano di Puglia (Campobasso) la commemorazione dei 27 bambini e della maestra Carmela Ciniglio morti nel crollo della scuola Jovine avvenuto con il terremoto di vent'anni fa, una scossa di magnitudo 6.0, il 31 ottobre del 2002.

Il sindaco Giuseppe Ferrante, insieme alle famiglie del paese, si ritrovano nel luogo sacro il «Giorno della Memoria», ricorrenza dedicata alle vittime del crollo che rappresenta un monito sull'importanza della sicurezza delle scuole, non solo in Italia. Alle celebrazioni partecipano i sindaci del cratere, gli amministratori regionali, parlamentari molisani. 

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Scuola San Giuliano, quanta commozione venti anni dopo la tragedia
La fiaccolata in Molise in ricordo dei piccoli angeli

LA CONCAUSA. Come accertarono i processi fino alla sentenza definitiva di condanna, il sisma fu una “concausa” della tragedia perché 55 giorni prima era stato inaugurato un piano aggiunto all’edificio. E le indagini accertarono che l’opera era stata realizzata senza rispettare le norme di sicurezza. Nel crollo rimasero intrappolati 8 insegnanti, 2 bidelli e, in tutto, 58 alunni. Molti dei sopravvissuti riportarono gravi ferite. Il 28 gennaio 2009 la Cassazione confermò definitivamente le condanne decise in appello per il sindaco - che nel crollo perse la figlia - il capo ufficio tecnico comunale, il progettista e i due costruttori.

DELUSIONE E VICINANZA. Se in un paese di mille anime muoiono 27 alunni, sparisce una generazione, va via un oggi e cancella un domani. «Ci eravamo illusi col tempo che il dolore si sarebbe alleggerito e invece è più forte. E poi», dice Antonio Morelli, presidente del Comitato vittime, «c’è la delusione per le istituzioni che hanno promesso ma non hanno fatto. Qualcuno durante il funerale dei nostri figli disse: “Mai più un’altra San Giuliano. Metteremo in sicurezza le strutture scolastiche”. Gli ultimi eventi, dal crollo dell’aula magna dell’Università a Cagliari alla scuola di Palermo, ci dicono che questo Paese non ha capito la lezione di venti anni fa. Speravamo che la morte di 27 bambini servisse alla politica per difendere le nuove generazioni, ma non possiamo affidarci sempre al destino. Mi rincuora che facciamo parte del coordinamento nazionale con il Comitato vittime dell’Aquila: lottiamo per le stesse idee, siamo una sola famiglia e per una giustizia vera, per la prevenzione e la sicurezza. L’Abruzzo ci è molto vicino. Vi ringrazio di cuore».

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