MONTESILVANO

Senza soldi per l’affitto, sfrattati

Il dramma di due famiglie: siamo sul lastrico e il Comune non ci aiuta

MONTESILVANO. Due casi di sfratti, dopo quello dell’occupazione abusiva di una casa popolare di via Rimini da parte di un famiglia tunisina di 7 persone, con altrettante famiglie che hanno perso l’uso dell’abitazione e in attesa che un aiuto venga dal Comune.

«Ho avuto uno sfratto, mentre ho un bambino di 11 e un ragazzo di 19 anni. Siamo stati lasciati a noi stessi», racconta G.C., la madre dei due giovani, la quale, col marito, è alla ricerca disperata di un tetto. «Il Comune per noi non ha fatto nulla. E siamo costretti a dividerci come famiglia. Io, mio marito e il più piccolo andiamo a dormire a casa di un’amica, mentre il figlio più grande va a casa di altri».

Famiglie spezzate per via della crisi, ma con tanta dignità, che fanno fatica a mettere su un piatto per il pranzo. «Purtroppo andiamo a mangiare alla Caritas», racconta la donna, che per racimolare qualche soldo si dà da fare come collaboratrice domestica, mentre il marito trova sì e no qualche lavoro saltuario. Una storia analoga arriva da V.M., che ha una moglie disabile, e che tempo fa trascorse cinque mesi in macchina non avendo dove alloggiare. «Sa che cosa abbiamo ottenuto dal Comune, durante la vecchia amministrazione?», s’interroga. «Una camera d’albergo per un mese e mezzo. Ma in mezzo allo squallore, poiché in quest’hotel si incontravano le coppiette». V.M., che è sotto sfratto e disoccupato (in famiglia tirano avanti con la pensione di invalidità della moglie: poco più di 200 euro al mese), nel mirino poi mette le scelte a suo dire opinabili della giunta comunale. «Ci prendono in giro dal 2009. E per l’attuale esecutivo è più importante pensare al box del sesso». Sulla questione case è intervenuto anche l'ex assessore della prima giunta Di Mattia Anthony Aliano: «La legge impone che in casi di minori e di disabili le amministrazioni trovino una soluzione».

Vito De Luca

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