MANIFESTAZIONE ALLE CANARIE

Trivelle: Greenpeace accusa la marina spagnola per attacchi ai manifestanti

Denunciato il comportamento adottato dalla Marina spagnola durante la protesta pacifica svoltasi il 15 novembre dell’anno scorso contro le esplorazioni petrolifere

PESCARA. Greenpeace Spagna ha presentato dinanzi al Juzgado de Instrucción de la Audiencia Nacional una denuncia contro il responsabile al comando della nave militare Relámpago, appartenente alla Marina iberica, e contro l'equipaggio dei suoi gommoni per danni e lesioni causate da grave imprudenza.
L'organizzazione ambientalista spiega che la denuncia è stata la conseguenza del comportamento "sconsiderato adottato dalla Marina spagnola durante la protesta pacifica svoltasi il 15 novembre dell’anno scorso a sostegno dei cittadini delle Isole Canarie, contro le trivellazioni petrolifere esplorative".

Greenpeace stava protestando pacificamente davanti alla nave di perforazione Rowan Renaissance, incaricata dalla compagnia petrolifera Repsol di dare inizio alle attività di perforazione vicino alla coste di Lanzarote e Fuerteventura, quando le imbarcazioni dell’esercito spagnolo giunte dalla motovedetta Relámpago hanno più volte investito i gommoni di Greenpeace. L’operazione causò la caduta in acqua di un’attivista italiana, che subì una frattura scomposta della tibia alla gamba sinistra. Altri due attivisti rimasero feriti e le imbarcazioni dell’associazione furono seriamente danneggiate. Greenpeace sottolinea come l’accaduto trovi riscontro nelle immagini della protesta pacifica.


 
Greenpeace ha presentato denuncia a nome del capitano in servizio sulla nave Arctic Sunrise, da cui erano partiti i gommoni speronati, e in nome dei tre attivisti feriti. «La reazione delle autorità spagnole alla protesta pacifica contro le trivellazioni petrolifere nelle acque delle isole Canarie è stata sproporzionata e imprudente, in difesa degli interessi di una multinazionale», ha dichiarato Mario Rodriguez, direttore di Greenpeace Spagna. «Il ministero del Commercio spagnolo deve revocare una volta per tutte l’autorizzazione concessa a Repsol per cercare petrolio e gas in queste acque, e dare ascolto alla popolazione delle Canarie, che non desidera un modello energetico basato su fonti pericolose e inquinanti, bensì su un modello sostenibile basato sulle fonti rinnovabili».

L'attivista italiana ferita gravemente durante la protesta pacifica di Greenpeace ha subito due interventi chirurgici ed è ancora in fase riabilitativa per recuperare la piena mobilità della gamba. Greenpeace continua con il suo impegno in difesa di un futuro sostenibile per i cittadini delle Canarie, senza fermarsi di fronte ad aggressioni o minacce. Per questo, l'organizzazione ecologista chiede ai candidati alle prossime elezioni delle Canarie di impegnarsi per adottare misure concrete per garantire un futuro di energia pulita, senza perforazioni esplorative o il ricorso ad altre altre fonti di energia pericolose, per rendere possibile un vero progresso sostenibile nell'arcipelago.